La felicità argentina, digitale e non

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Due foto che rappresentano due tipi di felicità

Dicono sia un segno dei tempi. Accettiamo la definizione, e ne prendiamo atto. Certo che è difficile pensare che l’espressione della felicità si sia modificata così tanto in così poco tempo. Eppure è evidente. È un ragionamento che non può essere messo in discussione. La felicità. È un concetto. È un miraggio. È un momento. Indefinibile, dicono i più. Noi non facciamo parte dei più. E pensiamo che la felicità sia un lusso a disposizione di tutti, basta saperlo cogliere, con semplicità. Pensiamo anche che la felicità sia ben visibile, avendo gli occhi disposti a guardare bene quello che si vede. Esempio di oggi: la felicità che regna sovrana nello spogliatoio dell’Argentina, dopo la vittoria conseguita con il Venezuela per ben 4 reti ad una. Eccoli, gli argentini, entusiasti per la larga vittoria, fotografati all’interno del loro spogliatoio: tutti a capo chino, testa bassa, a guardare lo schermo del loro telefonino. Questa è la descrizione perfetta della felicità digitale, o 2.0, chiamatela come volete. Quella che vedete è la foto che meglio rappresenta il concetto di felicità espresso da questo tempo che stiamo vivendo.

maradona napoli galeazziNon c’è felicità condivisa “fra i giocatori”, c’è felicità condivisa “fra i giocatori e altri” che stanno chissà dove. Vengono alla mente le immagini di un altro spogliatoio. Lo spogliatoio della squadra del Napoli, Napoli che ha appena conquistato il secondo scudetto, Maradona che si impossessa del microfono del giornalista Galeazzi e inizia a urlarci dentro come un leone, poi le interviste a “due mani” fatte in presa diretta dall’improvvisato duo Galeazzi-Maradona, e poi i gavettoni d’acqua, i cori inneggiati sulle panchine dello spogliatoio, gli occhi che guardano in camera e incrociano gli sguardi dei compagni, i balli a torso nudo, le lacrime sui visi. Anche questa era felicità. Felicità non ancora digitale. Quale sia meglio la meglio, fra queste due felicità, tocca solo a voi deciderlo, e dirlo.

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