Ciclismo, l’ombra del doping tecnologico sconvolge il Giro 2016: e se fossero state usate bici a motore?

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I sospetti sarebbero caduti su Primoz Roglic, ciclista sloveno capace di vincere la cronometro in Toscana in seguito a coincidenze davvero particolari

Il Giro d’Italia 2016 è andato ormai in archivio con la pazzesca vittoria di Vincenzo Nibali, capace di vestirsi di rosa al termine di una rincorsa partita nelle ultime tappe della corsa tricolore. In attesa che inizi il Tour de France, si allunga ancora una volta l’ombra lunga del doping tecnologico che, negli ultimi mesi, ha sconvolto l’intero panorama ciclistico internazionale.

LaPresse/ Fabio Ferrari
LaPresse/ Fabio Ferrari

Questa volta gli occhi sono puntati su Primoz Roglic, arrivato al Giro da sconosciuto e uscito da vincitore di una delle tappe più attese, la cronometro in Toscana. Il ciclista sloveno ha sorpreso tutti alla sua prima grande corsa a tappe, arrivando ai livelli di campioni come Dumoulin e Cancellara nelle frazioni a cronometro. Risultati alquanto strani per un ex saltatore con gli sci, avvicinatosi al ciclismo in tarda età e per di più senza avere mai centrato obiettivi eclatanti. Ma ciò che ha acceso i riflettori su Roglic risultano essere le stranezze riscontrate sulla sua bici dopo la vittoria in Toscana. La bici da cronometro di Roglic era stata dichiarata non conforme al regolamento durante le consuete misurazioni che vengono effettuate prima della gara.

LaPresse/Fabio Ferrari
LaPresse/Fabio Ferrari

In extremis il corridore sloveno aveva trovato una bici di scorta appena prima di dover prendere il via, con la quale poi è riuscito a vincere la sua prima e finora unica tappa al Giro. Roglic aveva poi dichiarato di aver perso il computerino di bordo, rendendo così impossibile un’analisi accurata dei dati della sua prova. L’assenza degli ispettori Uci, guarda caso proprio in quella tappa, aumentano i dubbi su Roglic, coinvolto anche nello scandalo scoppiato alle Strade Bianche, quando sette bici si rivelarono alquanto sospette, tra le quali c’era anche quella dello sloveno. Le indagini proseguono, l’ombra del doping tecnologico si allunga, anche il Giro d’Italia deve fare i conti con questa nuova e pesantissima piaga del ciclismo mondiale.

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