200 km all’ora: le bordate micidiali di Murray che hanno demolito Djokovic

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Come è successo che le palle servite da Andy hanno demolito lo sfinito Novak

Andy Murray, ieri sul Centrale degli Internazionali, più che un tennista sembrava un giovane boscaiolo canadese arrivato a Roma per vedere il Papa da vicino: grande, grosso, e saldamente piantato a terra grazie a due scarpe da ginnastica supportate da due plantari che le facevano sembrare, a prima vista, dei robusti scarponi da montagna.

LaPresse/Alfredo Falcone
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Andy Murray, ieri sul Centrale degli Internazionali, sfoderava due spalle da wrestler, due braccia muscolososissime, e due polpacci da trekking estremo. Il tutto, rivestito da uno sponsor come Under Armour, specializzato in abbigliamento militare, faceva di lui un perfetto gladiatore da Colosseo, piuttosto che un fine ed elegante tennista da esclusivo circolo romano in terra battuta. Andy, ieri sul Centrale degli Internazionali, sembrava l’ennesimo agnello sacrificale proposto dalla sorte sul sentiero dell’invincibile Novak, carnefice senza pietà di rosso vestito. Poi è iniziato il match. Andy Murray ha iniziato a servire. E sono iniziate a fischiare delle prime palle che viaggiavano a circa 200 chilometri all’ora.

LaPresse/Alfredo Falcone
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Delle bordate micidiali che si andavano a schiantare direttamente sul perimetro di fine campo, provocando sinistri rumori di rotture; provocando panico e terrore nei guardialinee dal bianco cappello appostati a bordocampo e timorosi di non vedere per tempo quei gialli proiettili che saettavano per tutto lo spazio aereo del tempio romano dedicato al tennis. Così, a forza di sparare costantemente colpi da 200 km all’ora sullo stanco Djokovic, Andy Murray, lo scozzese che sembra non sorridere mai (colpa della mamma?), si è portato a casa la vittoria, il titolo e la borsa premio di questi Internazionali di Roma. Con grande sorpresa di tutto il pubblico.

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