Premier League: la favola Leicester continua, se questo è un sogno non svegliateli

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La favola del Leicester, piccolo club inglese che guarda dall’alto della premier Arsenal, City, United e Chelsea.

LeicesterChiunque sia appassionato di calcio ha sicuramente avuto il sentore, negli ultimi anni, che lo sport più bello del mondo, sia cambiato. Il calcio come molti altri sport, affonda le sue radici nella strada, nei campi di periferia, nei palloni sgonfi, nella miseria della favelas. Lega la sua storia a talenti cristallini che sono nati dal niente, nel niente, e hanno ottenuto tutto. Si sono presi fama, gloria, record a suon di gol, sudore e sacrifici. Queste storie ci hanno fatto sognare da sempre, fin da piccoli, quando tiravamo i primi calci ad un pallone nel cortile sotto casa. Emozioni che hanno sempre alimentato ciò che di infantile e più puro possa esserci nell’anima di uno sportivo, la passione del bambino che è dentro ognuno di noi. Oggi però non sembra più essere così: i contratti multimilionari, il lusso, le macchine, la poca voglia di allenarsi, i giocatori che sembrano più superstar Hollywoodiane che atleti, hanno quasi soffocato quel “bambino”, sgridandolo, forzandolo a crescere, a smettere di sognare cose che non esistono più, ad adeguarsi ai tempi.

LaPresse/PA
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C’è una squadra però, che quest’anno vuole a tutti i costi far ricominciare a sognare tutti noi “bambini”. La squadra in questione è il Leicester. Fino a poco tempo fa perfetti sconosciuti o quasi, i ragazzi del Leicester quest’anno hanno deciso di prendersi una rivincita contro il calcio fatto di poco sentimento e troppa materialità. Dopo una stagione di assestamento subito dopo la promozione, quest’anno i Foxes, sono primi in Premier League, staccando di 5 punti il Tottenham secondo, e rispettivamente di 10, 13 e 20 punti, i paperoni del City, United e Chelsea. Per intenderci sarebbe come se in Italia, il Carpi quest’anno riuscisse a salvarsi, e la prossima stagione vincesse la serie A staccando di una quindicina di punti Juve, Milan e Inter. Impossibile, impensabile. Da noi qualcuno il Carpi non lo voleva nemmeno di diritto in A, perchè “Chi se le guarda le partite del Carpi?“. Sogni come questi sono bloccati sul nascere in Italia.

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Quella del Leicester è una vera e propria favola calcistica, figlia di così tanti fattori strani, che se non fosse sotto gli occhi di tutti, si potrebbe accostare a un film. A partire dall’allenatore, Claudio Ranieri “Thinkerman” – “l’indeciso” per via delle titubanze di formazione ai tempi del Chelsea. Eterno secondo, eterno perdente, di lui si diceva: Dategli una squadra da quinto posto e ve la porterà al secondo posto. Dategliene una da primo e ve la porterà al secondo posto”. Non può allenare le big, in Italia con Roma, Inter e Juve, ha raccolto poco e niente. L’ultima esperienza  traumatica da c.t. della Grecia, meno di un anno fa, sembrava essere il capolinea di una carriera lunga ma poco soddisfacente. La sconfitta casalinga contro le Far Oer, la terza su quattro partite, sembrava il più triste tra gli epiloghi. E invece no: l’allenatore italiano, tornato in Premier, si sta prendendo la rivincita su un campionato in cui l’arroganza di Mourinho lo aveva denigrato e umiliato: “Non è colpa mia se quando mi chiamò il Chelsea mi dissero che volevano vincere e che con lui non l’avrebbero mai fatto“. Squadra corta, ripartenze veloci, attenzione difensiva inesistente nel resto della Premier, spirito di sacrificio. Il Leicester vola, si fermano tutte le big al suo cospetto.

 

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A completare il quadro sono i giocatori, un manipolo di boys, che a sentirne le storie, ricordano quei film americani su un paio di ragazzi, con le storie più disparate messi insieme a formare una squadra senza speranze ma che alla fine della pellicola vince il campionato. Il portiere di cognome fa Schmeichel, è danese, si è il figlio del grande Peter. Mai onorato il nome ingombrante del padre, carriera mediocre. Quest’anno fra i pali è un leone. In difesa la coppia centrale Huth – Morgan, sembra più un tag team di Wrestling, viste le dimensioni e la scarsa tecnica. I terzini: Simpson era più conosciuto per le risse nei pub che per le partite, Fuchs preso a zero dalla panchina dello Shalke 04 nella fase discendente della carriera. Per la cronaca, il Leicester ha la seconda miglior difesa della Premier. Fase difensiva che in molti match è risultata determinante per i 3 punti. A centrocampo Albrighton e Drinkwater condividono due destini da giovani promesse, inizialmente non mantenute con United e Aston Villa, ma che con le Volpi si stanno prendendo una grande rivincita.

kanteKantè è l’esempio dell’anima operaia della squadra, ad una domanda stupita di Ranieri risponde così: “Kante, ma come fai a correre ogni giorno, 365 giorni all’anno? riposati qualche volta!”  “Vede mister, io a Boulogne, venivo sempre denigrato da tuttimi hanno sempre detto che non ero fatto per giocare a calcio. Oggi mi alleno praticamente sempre per dimostrare a tutti loro, che non ci vuole solo talento, ma anche tanta forza di volonta’ e passione“.

MahrezMahrez è il talento più cristallino: franco-algerino (come Zidane), scartato da piccolo per via del fisico troppo gracile per giocare a calcio, ha all’attivo 15 reti alcune delle quali da fenomeno. Chiudono l’11 titolare i due attaccanti, Okazaki, figlio del tennista giapponese, capirete da soli i consigli sul cambiare sport che gli avranno dato nelle giornate no; e Vardy.

 Lapresse/PA
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Jamie Vardy ex operaio, che fino a qualche anno fa giocava allo Stocksbridge, nella “non league“, fra i dilettanti in 5° divisione, col braccialetto elettronico, in libertà vigilata, per aver procurato una rissa in difesa di un amico sordo preso in giro in un pub. “Ho solo difeso un mio amico sordo da un gruppo di bulli” disse al processo. Oggi è il capocannoniere delle Premier, ha battuto il record di 11 gol di fila segnati, e trascina il Leicester verso il titolo a suon di rabbia, corsa, sudore e gol. Il produttore inglese Adrian Butchart vorrebbe che la sua vita diventasse un film. Tutta la storia del Leicester è da film. Tutto il mondo calcistico si sta appassionando a questo piccolo club: sono moltissimi che sognano di vedere una piccola realtà trionfare sui soldi, sul blasone, sui contratti faraonici, sulle rose da 30 top player.  È il sogno di chi è nato dal niente, nel niente e vuole prendersi tutto. È il sogno di ogni bambino che è in noi, e tutti ci auguriamo che il Leicester possa realizzarlo. “C’mon Foxes!

 

 

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