Inter, Murillo: “lo scudetto non è un pensiero, è un dovere. Idolo? Adoro Thiago Silva”

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Il difensore colombiano dell’Inter si racconta alla Gazzetta dello Sport, indicando senza remore quello che è l’obiettivo nerazzurro: lo scudetto

Primo posto in classifica e miglior difesa dell’intera serie A. Un girone di andata con questi risultati sembrava utopia in estate per l’Inter invece, adesso, è realtà.

 LaPresse/Spada
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La solidità difensiva è un marchio di fabbrica dei nerazzurri, che possono contare sulla forza e sull’agonismo di Murillo. Il difensore colombiano si racconta alla Gazzetta dello Sport, analizzando vari temi: dallo scudetto al suo idolo d’infanzia. “Ho sempre voluto fare il calciatore. Fin dai tempi in cui io, piccolo piccolo, venni raggiunto dall’Inter prima di diventare interista veramente. Credo di essere più maturo dei miei 23 anni, sono il sesto di sei figli e nel crescere dentro una famiglia splendida secondo una vita umile si capiscono molte cose. E forse ci si sviluppa prima. Quando sei dentro alla battaglia la tua cabeza, la testa, cambia. E lì divento un guerriero: bisogna lottare, guadagnarsi ogni cosa. Detto questo, sono poi sempre un chico, un ragazzo che ama vivere bene, molto e con semplicità“. L’Italia e la Serie A, due sogni realizzati per Murillo: “qui è un Paradiso. E’ il campionato nel quale tutti prima o poi vogliono arrivare. Se lo pensavo così? Lo sognavo, ecco. Inter? Destino, davvero. La prima squadretta del mio quartiere si chiamava Andresanin e divenne partner del progetto Inter Campus, quello che porta il calcio e aiuti ai bambini nel mondo.

 Lapresse/Cafaro
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Bene, un giorno arrivarono portando un mare di regali nerazzurri: maglie, palloni, scarpe, anche foto autografate. Io volevo quella di Ivan Ramiro Cordoba: era l’idolo della mia mamma, e di tutti in Colombia. Ricordo che regalavano maglie a maniche lunghe e faceva caldo: ecco, io quella maglia la indossavo da mattina a sera, fino alla sfinimento, sudando all’infinito“. L’intesa con Miranda cresce di partita in partita, Murillo ne spiega i motivi: “veniamo dallo stesso campionato, da due squadre robuste e forti, c’è esperienza anche tattica, collaborazione, comunicazione, semplicemente ci capiamo al volo. In campo anche lui cambia testa: gioca senza paura di nulla, da leader“. Su Mancini: “dà tranquillità, sa guidare la squadra e va seguito: l’esperienza che ha è una garanzia in ogni senso“.

ZumaPress
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Infine il difensore colombiano svela il suo idolo: “Thiago Silva è un riferimento. Cosa penso di avere di lui? Io penso di avere tutto di… Murillo. L’altra sera, qui a Doha, ci siamo incontrati: era già successo, ma mai come in questo caso siamo riusciti a parlare un po’. Mi ha fatto i complimenti per il mio lavoro, mi ha incoraggiato e poi alla fine ci siamo scambiati la maglia. Bellissimo momento. Pronunciare la parola scudetto all’Inter non è un pensiero: è un dovereJuventus? Noi pensiamo a noi, e basta“.

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