Chievo, 500 volte in A. Campedelli: “Fui ad un passo da Drogba. Ecco il mio undici ideale…”

SportFair

Luca Campedelli, presidente del Chievo, pronto a tagliare il traguardo delle 500 presenze in Serie con il suo club: “Il rimpianto? Drogba, fui davvero vicino…”

LaPresse/Paola Garbuio
LaPresse/Paola Garbuio

499 e non sentirle. Anche se il ricordo della prima volta provoca sempre un’emozione indescrivibile: “Ricordo il caldo infernale a Firenze  e l’arbitro che mi diceva di smetterla di fumare. Avrò acceso migliaia di sigarette. A un certo punto, finito il pacchetto, un mio amico me ne diede un altro e l’arbitro se la prese anche con lui. Emozione no, non mi rendevo conto di dove ero finito. La Serie A mi sembrava ancora troppo distante da ciò che eravamo noi“. Invece, mercoledì prossimo, Luca Campedelli festeggerà le 500 partite in Serie A con il suo Chievo.

Traguardo storico, quasi impensabile. “Nel calcio non c’è il tutti vissero felici e contenti. Mi piace pensare al Chievo come una squadra prestata alla A che ogni anno deve meritare il rinnovo”, ha raccontato Campedelli, presidente del Chievo Verona, nel corso di una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. “Mio padre sognava il Chievo in A, è una questione di famiglia e una grossa responsabilità. Avrei preferito ci fosse lui a festeggiare le 500 partite, è stato il creatore di tutto”.

ZumaPress
ZumaPress

Campedelli gioca poi a fare l’undici ideale del suo Chievo: “Escludendo quelli attuali dire: Sorrentino, Moro, D’Anna, Yepes, Mantovani, Eriberto/Luciano, Perrotta, Corini, Franceschini, Amauri e Pellissier”. Infine, un importante retroscena di mercato: “Nel 2002 potevamo prendere Drogba con 3 miliardi di lire, poi la Lazio si tirò indietro per Eriberto e Manfredini e saltò tutto. Adesso farei follie per Pogba e Dybala, unici fuoriclasse in A”.

Condividi