Lance Armstrong scuote il ciclismo: “se l’Epo non fosse identificabile, la userebbero tutti”

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Intervistato dal quotidiano britannico Times, l’ex ciclista ha sottolineato come il doping si ben radicato all’interno del mondo ciclistico

Quando parla non è mai banale. Anche questa volta Lance Armstrong, intervistato dal quotidiano britannico Times, si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni che hanno scosso il mondo del ciclismo, che continua a battersi strenuamente nella lotta al doping.

dppi/lapresse
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C’è una sostanza, l’Epo, che è molto efficiente. Se un domani ce ne fosse una equivalente che non venisse identificata, la userebbero tutti“. Chiaro, diretto, senza mezze misure. Secondo Armstrong il doping è un’entità ben radicata all’interno del panorama ciclistico mondiale, così come lo era durante i suoi anni d’oro. “Per quei sette anni la nostra storia è stata: ‘Ci alleniamo più duramente di chiunque altro, siamo più organizzati di chiunque, abbiamo tattiche migliori, team migliore, tecnologie migliori. Questo era tutto vero. Abbiamo solo dimenticato di citare l’ultimo elemento“. Ovvero il doping che Armstrong rifiuta di indicare come l’elemento decisivo: “Certamente non lo è stato. Mi fa arrabbiare che la gente pensi che era tutto dovuto al doping“. Poi Armstrong conclude: “liberalizzare il doping sarebbe veramente una cattiva idea. Ci sarebbero persone che prenderebbero rischi terribili“.

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