Un vero pilota d’altri tempi Joey Dunlop, schietto e sincero: una leggenda delle due ruote
Indossava un casco giallo. Con una linea linea nera che sembrava attraversarlo e dividerlo in parti uguali. Il suo nome era Joey Dunlop. Una leggenda delle due ruote. Uno di quei motociclisti che oggi non è più possibile ammirare. Uno con la sigaretta ai lati della bocca. Uno che finito di correre si fermava a discutere di moto con i piloti rivali, uno che ai suoi meccanici offriva sempre una birra fresca quando si faceva sera sul circuito. Uno con le palle quadrate. Joey Dunlop è stato “l’ultimo” della vecchia generazione di motociclisti. Quella “romantica”. Quella senza cuffie nelle orecchie, senza beveroni energizzanti sempre in bocca, senza peli sulla lingua.
La realtà era ben altra. La realtà è che per vincere sui circuiti in cui vinceva Joey Dunlop dovevi essere fottutamente presente. Per dominare le moto di quell’epoca (siamo tra i 70 e gli 80), dovevi avere una sensibilità e un’attenzione di molto maggiore ai molti pilotini che cavalcano oggi moto guidate dai box su circuiti ultrasicuri. Commettere un solo errore al TT Race voleva dire, molto spesso, lasciarci le penne. Mica roba da principianti o da fighette. Il coraggio si vede quando c’è la paura. E non vuol dire non sapere cosa sia la paura. O ignorarla. Vuol dire prendere coscienza della propria paura e farsela amica necessaria, per dosare il coraggio ed eliminare l’incoscienza.