Napoli, furia De Laurentiis: “Roma è un cesso, così come il San Paolo”

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Il presidente del Napoli De Laurentiis furioso contro il sindaco De Magistris e la mancata concessione per la gestione del San Paolo: “sono pronto a costruire un nuovo impianto di gioco altrove. Col Napoli calcio ho riqualificato tutto la ‘monnezza’”

Furia Aurelio De Laurentiis. Sono parole al veleno quelle rilasciate dal presidente del Napoli intervenuto in esclusiva a Radio Kiss Kiss durante la trasmissione Radio Gol. Tanti i temi affrontati dal numero uno azzurro, su tutti quello relativo alla vicenda stadio: “Il Sindaco De Magistris, qualche mese fa, è venuto a cena con me e gli ho spiegato tutti i miei programmi per lo stadio: gli ho detto che avrei messo a disposizione 20 milioni di euro per i lavori di ammodernamento, ed era felicissimo. Ci siamo stretti la mano ed abbiamo trovato l’intesa. Il dindaco può dire quello che vuole, io ho portato il Napoli, unica squadra in Italia, per sei anni consecutivi in Europa. Tutta la monnezza che hanno trasmetto nel Mondo di Napoli è stata riqualificata dal Napoli calcio, che ha fatto onore alla città con i risultati sportivi

Io mi vergogno di ospitare le gare in questo stadio, dove non ci sono i bagni. Il Sindaco mi aveva stretto la mano, quindi non capisco cosa possa essere cambiato adesso. Non capisco questa città. A questo punto, dopo che non è stata fatta questa convenzione ponte dal 1 di agosto per la gestione del San Paolo, invece non abbiamo ancora nulla. Abbiamo una pseudo-convenzione che scade il 30 settembre, ma si può andare avanti così? Come faccio io a gennaio ad investire 20 milioni sul mercato in queste condizioni? Mi verrebbe voglia di venderli tutti i giocatori! Come si fa ad investire in questa città, con il Sindaco che ti tradisce in questo modo? Spero che le parole del Sindaco siano state frutto di un malinteso. Mi stanno dando un grande cesso a disposizione. Dovrebbero darmelo gratis questo cesso dove ci fanno giocare. Dovrebbero darmelo gratis, invece mi fanno pagare un affitto stratosferico.

Se entro il 30 ottobre io non ho ancora una convenzione Ponte, dichiarerò il de profundis dello Stadio San Paolo con la morte del cuore, e mi vado a cercare un terreno per costruire un impianto da un’altra parte. Il problema italiano è che i sindaci non sono dei tecnici. È questo il grosso handicap, dovremmo avere dei manager e invece abbiamo dei politici. Abbiamo distrutto l’Italia, basti vedere a Roma con Marino. Io metto un medico a gestire la città? Con tutto il rispetto che ho per lui. Roma in che condizioni è, la città eterna:  è un cesso, esattamente come il San Paolo”.

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