Judo: Maddaloni abbandona la guida della Nazionale a pochi giorni daiMondiali

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Ancora problemi tra il presidente della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali e l’allenatore della Nazionale di Judo Maddaloni

Al momento è indifendibile: mi auguro, in quanto campione olimpico, che capisca e che ritorni sui binari corretti“. Non si è ricomposta la frattura tra il presidente della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, Domenico Falcone, e Giuseppe ‘Pino’ Maddaloni, l’oro di Sydney 2000 che ha lasciato la guida della Nazionale di judo alla vigilia dei Mondiali di Astana (24-30 agosto) in seguito alla riduzione da 8 a 4 della squadra azzurra maschile che andrà in Kazakistan (tra gli esclusi, anche suo fratello Marco). “Anche se il suo ruolo viene definito di ct, Pino è un allenatore federale – spiega all’ITALPRESS il numero uno della Fijlkam – Sopra le parti c’è un direttore tecnico nazionale, Kiyoshi Murakami. Pino si è praticamente auto-sospeso: gli ho rispiegato che la decisione di ridurre il gruppo azzurro era stata presa due settimane prima dei risultati degli Europei ed ha fatto male a sfogarsi in quel modo con gli organi di stampa. Il fatto che poi abbia deciso, senza avvisare, di non partire per lo stage di Tel Aviv va a minare il rapporto di fiducia tra la federazione ed il tecnico. Per Astana a abbiamo inserito Bruyere come collaboratore tecnico ed altri due allenatori, Meloni e Bianchessi“. Secondo il presidente Falcone, quanto accaduto non avrà alcuna ripercussione nell’avvicinamento ai Giochi Olimpiadi di Rio2016: “Non vi è alcun caos, si è aperto un problema con un tecnico, Maddaloni, al quale non si danno le responsabilità per i risultati ad intermittenza“.”In squadra – aggiunge – abbiamo diversi giovani e c’è da lavorare: da dopo i Mondiali a giugno 2016, periodo ultimo per conquistare un pass per Rio, tutti gli azzurri daranno il massimo. E alla fine qualificheremo il numero di atleti prefissato, con le donne che hanno maggiore possibilità di fare risultato“. Per quanto riguarda il momento generale del judo italiano, Falcone ricorda come questo viva “dell’aspetto olimpico, che fa da traino a tutto il movimento. Abbiamo un gran numero di tesserati tra i sette ed i dieci anni, ma quando il gioco si fa duro i praticanti scemano. A livello internazionale, però, c’è la possibilità che le società partecipino ai tornei e ogni anno abbiamo trecento atleti che gareggiano all’estero. Un investimento, questo delle società, che aiuta anche la federazione e che, sommato ai risultati delle nostre nazionali giovanili, come agli Europei e Mondiali cadetti, ci fa essere ottimisti per il futuro“.

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