Storie di RUGBY: Marco Bollesan nella walk of fame romana

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Marco Bollesan: la storia dell’ex capitano della nazionale azzurra di rugby

Quest’anno il Coni ha inaugurato la walk of fame lungo il viale delle Olimpiadi presso il foro italico, 100 mattonelle per 100 personaggi sportivi che hanno fatto grande lo sport italiano nel mondo. Nomi importanti da Dino Zoff ad Alberto Tomba passando per Mennea e Sara Simeoni si arriva anche ad uno dei volti noti del rugby italiano, un certo sig. Marco Bollesan, classe 1941 in pratica ex di tutto, capitano con 47 presenze in maglia azzurra, team manager e allenatore della Nazionale Italiana fino a diventare manager della comunicazione esterna per la federazione italiana rugby. Giocatore molto carismatico cresciuto nelle fila del CUS Genova Rugby con un passato anche nella Partenope Rugby dove vinse nel 1966 il campionato italiano per poi ripetersi 9 anni più tardi vestendo la maglia del Brescia. In quel periodo venne nominato appunto capitano della Nazionale in occasione dello storico tour sudafricano dove l’Italia per la prima volta riuscì ad imporsi in una nazione storicamente prestigiosa per il rugby. Dopo la splendida carriera da giocatore Bollesan passò ad allenare diverse squadre tra cui la Mediolanum ai tempi di proprietà Fininvest, l’Alghero, il CUS Genova e l’Amatori Milano fino ad approdare alla Nazionale maggiore che guidò alla prima Coppa del Mondo del 1987.

Uomo stoico di grandi battaglie che per diverso tempo è stato l’emblema del rugby nostrano, su di lui ci sono infinite leggende di gioco e di vita vissuta ma forse la più bella da ricordare è quella del suo esordio in maglia Azzurra a Grenoble nel lontano 1963 contro la Francia. Appena entrato in campo il famoso terza linea transalpino Michel Crauste in un raggruppamento assestò un pugno in pieno viso a Marco all’ora solo diciannovenne. La risposta del guerriero italico tardò solo pochi minuti, nel successivo raggruppamento Bollesan rispose con la stessa moneta e con gli interessi al “mongolo”, soprannominato così il francese per via dei lineamenti asiatici, questa reazione portò a Marco Bollesan il rispetto del campione transalpino che nel dopo partita gli regalò la sua maglia da gioco. Storie di rugby d’altri tempi ma il Coni con questa iniziativa a reso omaggio a sportivi che hanno contribuito ad accrescere il lustro dello sport italiano e siamo fieri che uno di loro sia un rugbista di nome Marco Bollesan.

Mirko Clemente – Rugbymeet

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