Pubblicità a Wimbledon: dall’aristocrazia inglese al “made in Japan”

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Marchi e pubblicità bene in vista a Wimbledon, alla faccia del “total white”

Sui campi da tennis di tutto il mondo ci si è abituati ad alcuni marchi che sponsorizzano gli atleti. Si è talmente usi allo “swoosh” che ormai quel “segno grafico” fa parte del tennis stesso. Nessuno si scandalizza se lo vede, nessuno si stupisce nel trovarlo sul centrale di Wimbledon o su quello del Roland Garros. Così come nessuno si preoccupa nel vedere tre strisce fare capolino dalle scarpe dei tennisti o coccodrilli spuntare dalle loro polo. Eppure. Eppure qualcosa riesce ancora a fare colpo. Ad esempio, il riquadro rosso fuoco con scritta bianca indossato da Novak Djokovic durante la finale di Wimbledon. Un quadratino rosso su cui erano inserite sei lettere, che lette di seguito sono in pratica l’insegna di un “grande magazzino” di origine giapponese che in pochi anni ha conquistato, e sta conquistando, il mondo intero grazie a una filosofia di altissima qualità a prezzi decenti, accessibili a tutti. La democrazia dell’acquisto “made in japan” invade così il campo dell’esclusiva aristocrazia inglese. E vince. Ancora una volta.

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