Final Six, l’Italvolley all’esordio: le parole del tecnico Marco Bonitta

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L’Italia del volley femminile affronterà stanotte il primo match delle Final Six del World Grand Prix

A poche ore di distanza dal debutto dell’Italia nella Final Six del World Grand Prix, fissato per la mezzanotte italiana (diretta Gazzetta TV) contro la Russia, il Ct azzurro Marco Bonitta racconta le sue sensazioni, facendo anche un breve excursus nel tempo. “Ho affrontato tanti Grand Prix e gli ultimi podi risalgono alle edizioni 2004, 2005 e 2006. Questo di adesso possiamo definirlo il mio secondo giro di “giostra” e sarà veramente un bel risultato se riusciremo a conquistare una medaglia. Non sarà però semplice perché molte delle nostre atlete stanno accusando la stanchezza, soprattutto a livello mentale, di queste lunghe settimane”. 
Il tecnico italiano prosegue spiegando le difficoltà che comporta la formula delle Finali: “anche negli anni precedenti la Final Six è sempre stata una competizione massacrante, in particolar modo perché devi dare il meglio alla fine di un periodo nel quale hai affrontato squadre molto forti in giro per tutto il mondo. Bisognerà fare un ultimo grande sforzo, mettendo insieme le energie rimaste perché fare cinque partite consecutive sarà facile per nessuno”.
Senz’altro possiamo dire che Brasile e Stati Uniti hanno qualcosa in più, – il commento sulle avversarie – anche se le sudamericane non sono al completo. Le altre tre avversarie Cina, Giappone e Russia sono tre squadre con le quali sono convinto potremo giocarcela e quindi la speranza è quella di batterle per riuscire a salire sul podio.”
Ripercorrendo tutto il cammino dell’Italia queste le parole di Bonitta: “analizzando la fase preliminare siamo soddisfatti del nostro percorso, nei primi due week end siamo andati molto bene, mentre nel terzo abbiamo allentato la tensione. Nelle Final Six dovremmo ritrovare la giusta concentrazione, soprattutto perché queste partite saranno un bel serbatoio di esperienza per le ragazze. Il desiderio è quello di rivedere lo stesso gioco delle prime due settimane, perché è quella l’Italia che può ritagliarsi un ruolo da protagonista”.
Andando indietro con gli anni, ha un ricordo particolare di qualche episodio vissuto nel Grand Prix: “i ricordi più belli sono legati al dopo Grand Prix, ovvero quando è tutto finito e luci si sono spente. Mi viene in mente una bella serata in Giappone (nel 2005 a Sendai) dove, finito il torneo, tutto il gruppo si è riunito e ha festeggiato un bel po’ la conquista di un importante secondo posto”.

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