Maggio il mese dei fiori o il mese di Ayrton Senna?

Un week end incredibile di maggio ha spazzato via la vita di uno dei piloti migliori di sempre: Ayrton Senna

SportFair

Maggio è il mese delle rose. Così siamo abituati a pensare, sin da piccoli. Poi si cresce, e i mesi diventano pian piano delle parole che si caricano di emozioni vissute, fino ad assumere il valore di veri e propri sinonimi di momenti indimenticabili.

Senna
Mike Hewitt/Getty Images

Maggio è il mese di Ayrton Senna. Niente e nessuno potrà mai cancellare dalla memoria quel giorno. E i giorni che lo precedettero. Fu un fine settimana incredibile, pieno di segni, segnali, sensazioni. Un week-end tragico, e non solo per la Formula 1 che si era disabituata alla parola morte. Tre incidenti gravissimi in tre giorni: due decessi. Barrichello il venerdì si ferisce dopo essere decollato e volato per vari metri con la sua macchina. Sabato il circus piange la morte del pilota Roland Ratzenberger. Poi la ruota di Alboreto che colpisce alcuni meccanici ai box. Poi l’incidente al via con collisione fortissima e detriti in tribuna e spettatori feriti. Quindi, al settimo giro, la morte si prende anche Ayrton. E Senna vola via, dopo che il suo casco, inquadrato dall’alto dell’elicottero sospeso in cielo, si scuote per l’ultima volta, quasi a salutare prima del congedo definitivo. Quello che succede dopo è inutile. Il mese di Maggio è tutto qui, racchiuso in sette giri e in una macchina che non ne vuole sapere di sterzare. E in una dannata sospensione che si infila nella guaina della visiera del casco di Senna. Trafiggendolo. Come un San Sebastiano della velocità estrema. RIP.

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