Scuderie che improvvisando vetture, piloti ed investitori hanno fallito quasi subito il loro sogno Formula Uno
La Formula Uno alle prese con catorci da gara. E’ capitato quasi in tutte le stagioni. Chi pensava di averle viste tutte con la scuderia Caterham, si sbagliava. Con zero punti raccolti in 4 anni di competizioni il team, anche durante la sua gestione Lotus, non ha mai dimostrato di essere minimamente competitivo. La storia della competizione automobilistica però ci ha mostrato tanti fallimenti che potremmo riassumere, come fa anche Gazzetta dello Sport, in 7 flop storici.
HRT
La storia della scuderia spagnola finisce nel gennaio 2013 quando nessun acquirente, dopo una serie di passaggi deludenti nella massima serie automobilistica,vuole acquistarla. Zero punti ottenuti in tre anni di gare, il miglior piazzamento ottenuto è stato il 13° posto di Liuzzi in Canada nel 2011. Di proprietà dell’ex pilota Adrian Campos, la scuderia fin dall’inizio aveva avuto problemi per la mancanza di soldi e per le mancate qualificazioni.
VIRGIN
Nata grazie agli investimenti di Richard Bransov, la scuderia sembrava essere una promettente scommessa. Tutto sbagliato. Le novità tecnologiche all’ultimo grido infatti non permisero alle vetture di fare il salto di qualità che si prospettavano, anzi. Dal 2010 al 2012 nessun punto. Solo nel 2013 con il cambio di denominazione, da Virgin a Morussia, la scuderia riesce a conquistare 2 punti con il rimpianto e talentuoso Jules Bianchi al volante.
MERZARIO
Andando indietro nel tempo, precisamente al 1977 anche questo team fu un vero e proprio fallimento. Da un’idea di Arturo Merziario, ex ferrarista, che si autonominerà manager e pilota della sua stessa scuderia, la Merzario nonostante il motore Ford Cosworth non raggiunse nessun obiettivo degno di nota. 38 gare, 10 qualificazioni e un solo Gp portato al termine.
EURO BRUN
Nata dall’unione di due scuderie diverse, la Team Brun e l’Euroracing, la scuderia di proprietà del pilota argentino Oscar Larrauri è tra il 1988 e 1990 un totale flop. Con 14 Gran Premi disputati e zero punti conquistati vanta nel 1989 nessuna qualifica per nessun Gp, stabilendo un poco invidiabile record.
LOLA MASTERCARD
La storia più breve per una scuderia di Formula Uno che si sia mai vista. Durata per appena un Gran Premio del 1998 e finanziata dalla Mastercard, lo sponsor costrinse la Lola a scendere in pista un anno prima del previsto. Con un’aerodinamica pari a zero, le due vetture non si riuscirono a qualificare per la gara. Poi arrivò anche la beffa, il famoso sponsor mollò il team che partì per la competizione in Brasile, ma alla scoperta della mancanza di soldi il progetto sfumò.
LIFE
Il progetto della Life era un progetto non molto ambizioso che partì nella stagione 1990. 14 Gp e nessuna partenza per la scuderia con sede nel modenese. La sola auto che mise in pista per mancanza di soldi era guidata da Gary Brabham. Un motore 12 cilindri progettato da Franco Rocchi, ex tecnico della Ferrari, i cui diritti vennero comprati da Ernesto Vita. Non trovando nessun team a cui vendere, Vita improvvisò la propria scuderia. Nella gara del Brasile la vettura toccò il fondo: dopo 400 metri ruppe. Lo stesso progettista del telaio alla presentazione della macchina aveva annunciato è “poco più di un’interessante fioriera”. Richard Divila, era questo il suo nome, avvertì inoltre i piloti che era un mezzo pericoloso da guidare e fece causa alla Life per avere rovinato il suo progetto.
ANDREA MODA
La peggiore scuderia di sempre? Senza dubbio è questa. Nata con lo scopo di sponsorizzare il marchio di calzature di Andrea Sassetti l’investimento di denari non fu mai abbastanza per assicurare una vettura in grado di competere. Fatto tutto in risparmio, al primo GP in Sudafrica non venne ammessa per non aver pagato la tassa d’iscrizione. L’auto era identica però alla Coloni che aveva corso nel 1991 e per questo il team dovette allestire un’auto in due settimane dal nulla. Il licenziamento dei due piloti e l’arresto del boss della scuderia per false fatture portarono la casa automobilistica a concludere la stagione 1992 con il ritiro del Gp di Monaco, l’unico in cui la squadra riuscì a superare le qualifiche, dove però dopo 11 giri il pilota di ritirò.