Valentino Rossi e i suoi trucchi: “così ho fregato Marquez”

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Valentino Rossi super al Gp argentino si conferma al vertice della classifica piloti del mondiale di Moto GP

Una lotta alla pari quella tra Marc Marquez e Valentino Rossi. Due piloti. Una sfida, vinta dal Dottore. In Argentina una vittoria fantastica per Vale che oggi si sbilancia ai microfoni di “Gazzetta dello Sport”. Tra le varie dichiarazioni dei vari addetti ai lavori e dai piloti stessi, pare essere arrivati ad una conclusione comune: la colpa della caduta di Marquez non è dovuta ad una manovra poco corretta di Valentino. I colleghi del pilota della Yamaha lo esaltano: «è impressionante quello che ha fatto» – annuncia Lorenzo, «non sarà facile recuperare contro un pilota così forte e in forma» incalza Dovizioso. Anche la “vittima” Marc Marquez tra le righe esalta il talento del pescarese: “c’è sempre da imparare da lui“. Un successo che gasa, che dà voglia ed adrenalina per superarsi e “superare”.

«È una vittoria molto significati­va: sapevamo che la Yamaha poteva essere com­petitiva su questa pista, ma sapevamo anche che qui Marquez sarebbe stato fortissimo. A me sareb­be andato bene anche un 2° posto, ma quando ho visto che lui optava per la dura posteriore ho pen­sato che avevo una possibilità», ammette Rossi.

Continuando nel suo vittorioso racconto Vale precisa: “La gara era diversa rispetto ad Austin (Ndr), sapeva che avrebbe dovuto spingere per non farsi riprendere. Fin lì aveva fatto tutto bene, poi ha sbagliato: ho rivisto le immagini, confermo che è stato lui a toccarmi. Marquez dà sempre tutto, per lui è o 100 o è 0. Tante volte ti sfiora, c’è un contatto e stavolta gli è andata male: se mi avesse buttato a terra sarebbe stato un problema”
L’orgoglio del Dottore poi punge nel suo punto debole, è ammette: “aver battuto Marquez su una pista dove l’anno scorso aveva domina­to. Bellissimo, quasi un sogno: lo vedevo lontano, ma, giro dopo giro, la sua figura di­ ventava sempre più gran­ de. Ho pensato: oggi lo frego. Una gara così ti aiuta a tenere la concentrazione, ti dà adrenalina, non ti fa sentire la fatica.  – continua – Passavo sul traguardo, ma non vedevo quanti gi­ ri mancavano: mi interessava solo il suo vantag­ gio. Quando rimanevano solo 8 giri ho pensato che avrei dovuto sbrigarmi: dai miei calcoli avrei potuto raggiungerlo a 2­3 dalla fine. Così è stato. A quel punto, era spacciato: avevo recuperato 4”, non ne aveva più per tenere il mio ritmo, andavo molto più for­ te. Ci ha provato, gli è andata male”.

Riguardo ai suoi rivali per la conquista del titolo mondiale poi commenta: “Marquez. È talmente forte e veloce che può recu­perare. Ma Dovizioso sta facendo benissimo, è pe­ ricoloso: nonostante il mio inizio di stagione sia stato praticamente perfetto, è a soli 6 punti. An­drea è un pilota pronto, ha esperienza, velocità: non è in quella posizione per caso“. La maglia con il numero 10 di Maradona? “Nessun riferimento al decimo titolo.  – spiega – Avrei vo­luto indossarla anche nel 2014, omaggio a un campione che fin dalla prima volta che l’ho visto, a 7­8 anni, mi ha impressionato, uno capace di fare la differenza”.

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