Antonella Ragno: perchè lo sport sorprende quando meno te lo aspetti

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Lo sport è come la musica, aiuta nei momenti di difficoltà, da’ conforto, fa sfogare, regala emozioni uniche e immense soddisfazioni, come nel caso di Antonella Ragno e dell’oro olimpico tanto promesso al padre

Antonella Ragno è una ragazza, nata a Venezia nel 1940, come tante altre. La sua vita procede secondo le normali abitudini dei tempi, scuola, famiglia, studio, ma, all’età di 15 anni inizia il suo percorso nel mondo dello sport. Figlia di Saverio Ragno, campione di scherma, decide di seguire le orme del padre, che la segue e la allena, riconoscendo in lei un talento innato. Antonella quindi assimila tutto ciò che il padre le insegna, promettendogli di vincere quella medaglia d’oro individuale che lui non è riuscito a portare a casa. Diventa presto una delle schermitrici più forti del settore giovanile, preferendo il fioretto, col quale si fa subito notare, conquistando titoli italiani, ma facendosi anche conoscere in tutto il mondo. A 20 anni entra nella Nazionale e partecipa alla sua prima Olimpiade, a Roma, dove arriva subito la prima medaglia di bronzo a squadre.
919_001Da qui inizia ad accumulare un successo dopo l’altro, anche se il suo obiettivo principale è l’oro olimpico che però, si fa attendere. Infatti alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964, Antonella non riesce a stare concentrata, e viene sconfitta in finale dall’ungherese Ildikó Ságiné. La Ragno non si da’ per vinta però, e, forse spinta dalla voglia di ripagare il padre dei tanti sforzi fatti per lei, continua ad allenarsi duramente per affrontare al meglio le Olimpiadi Messicane del 1968. Ma il destino sembra remarle contro, e poco prima dell’inizio dei Giochi una notizia triste la butta giù: è morto il padre del suo fidanzato Gianni Lonzi, pallanuotista della Pro Recco e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma. Antonella non c’è con la testa, e, infatti si ferma ai quarti di finale.
Dopo questa esperienza, Antonella si arrende, e decide di ritirarsi e di rilassarsi un po’, senza avere il continuo pensiero di dover affrontare gare, trasferte, allenamenti e tanto altro. Nel 1969 si sposa e rimane incinta. Dopo qualche mese però, il suo maestro di sport, ma soprattutto il suo maestro di vita, papà Saverio, muore. Un gesto crudele da parte del destino, che la fa così sentire in colpa per non essere riuscita a dare a suo padre ciò che gli aveva promesso. Antonella però è forte e tenace e la sua resa fortunatamente  dura solo qualche anno: nel 1970 decide di tornare in pedana.
imagesRitrovata la serenità, e soprattutto il suo equilibrio interiore, la Ragno si trasferisce a Firenze, dove viene seguita dal Maestro Pignotti per tornare forte come prima, ma anche di più. Non si aspetta molto Antonella da questo suo ritorno, sa di non essere la stessa di prima, e non punta troppo in alto. Ma, i suoi risultati sono ottimi: vince il Campionato Italiano e viene convocata per l’Olimpiade di Berlino. Si sente già soddisfatta, e affronta questa Olimpiade con tranquillità, senza rincorrere la tanto desiderata medaglia, ma forse sperandoci un po’. E, probabilmente, è stata proprio questa pace (interiore e non) a farle disputare una gara migliore dell’altra, facendola arrivare a quel momento in cui, posizionata al primo posto, non poteva far altro che sperare nella sconfitta della rivale Gorochova, l’unica a porterle rubare la medaglia d’oro. La francese Depetris-Demaille riesce a bloccare l’avversaria sul 4-3 (Gorochova avrebbe dovuto vincere 4-0 per saltare al primo posto) regalando così all’italiana Ragno una gioia immensa. Finalmente la medaglia d’oro è arrivata!! Antonella Ragno nel 1972 vince l’Oro Olimpico individuale che tanto lei e suo padre hanno sognato. Un’emozione infinita, una storia di forza, coraggio e tenacia. Perchè lo sport in certi momenti può essere un nostro nemico, può farci dubitare di noi stessi, e può farci mollare la presa, ma, in fondo, ci regala sensazioni uniche, irripetibili, ed è sempre nostro amico, pronto ad aiutarci a rialzarci nei momenti di difficoltà.

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