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Jury Chechi: da semplice atleta a “signore degli anelli”, la splendida carriera del ginnasta italiano [FOTO e VIDEO]

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Una vita dedicata allo sport, ricompensata dai risultati ottenuti

Se si pensa agli anelli ed al suo massimo rappresentante italiano, non si può che non pensare al piccolo ma forte Jury Chechi. Non dotato di un’altezza o di un corpo propriamente strutturato su un modello atletico, Jury ha fatto della costanza e della dedizione alla ginnastica il suo punto di forza. I suoi muscoli concentrati in 1,66 cm di altezza spiccavano ancor di più che nei suoi rivali più longilinei. La sua potenza concentrata in poco più di un metro e mezzo sembrava esplodere nei momenti di sospensione in aria sugli anelli.

Jury è riuscito a fare della suoi difetti i suoi cavalli di battaglia, della sua passione la sua vita, della sua forza il modo per ottenere il tetto del mondo.

Quando, all’età di cinque anni ho eseguito il mio primo Tzukahara alzandomi dal letto per andare all’asilo, la mia famiglia ha intravisto per me una luminosa carriera ginnica. Per questo motivo, dopo vari lampadari staccati, divani sfondati ed alcune crisi nevrotico-isteriche di mia mamma casalinga impegnata, sono stato portato, all’età di sette anni, alla palestra Etruria Prato dove ha avuto inizio la mia carriera sportiva sotto la guida esperta di Tiziano Adofetti“. Racconta Jury Chechi, ricordando la sua infanzia.

Il “Signore degli anelli“, alias del ginnasta italiano, diventerà in seguito atleta pluripremiato alle olimpiadi, con un bronzo ad Atene 2004 e un oro ad Atlanta 1996. Si è meritato lungo il corso della sua carriera tutta la serie di ossequi e di onori che gli sono stata conferiti dall’Italia e non solo. Jury oltre ad essere stato alfiere dell’Italia ai Giochi olimpici estivi di Atlanta, infatti, ha spopolato anche ai Mondiali di ginnastica artistica vincendo consecutivamente 5 medaglie d’oro tra il ’93 e il ’97.  Dopo il ritiro ha svolto vari ruoli, è stato in politica al fianco di Walter Veltroni, ha partecipato a programmi tv ed è stato commentatore di Sky durante le ultime Olimpiadi di Londra. Nota è poi la sua conversione al cattolicesimo, dopo che si era dichiarato a più riprese ateo.

I suoi valori atletici sommati ai suoi valori morali, l’hanno fatto divenire fuori e dentro alle palestre di ginnastica, negli anni del suo massimo splendore, un modello per lo sport italiano e non solo.

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