Schumacher e Vettel due destini simili, ma un futuro opposto
L’immagine della Ferrari che taglia il traguardo per prima, una marea rossa in festa sotto il podio, un tedesco vincente. Non è un déjà vu. E’ la realtà. Sembra di rivivere attimi di vita già vissuta. Certo le monoposto erano un po’ diverse e i circuiti erano meno dotati di avanzate tecnologie, ma la magia era uguale. Era il 2004, l’anno dell’ultimo mondiale vinto da Michael Schumacher e le immagini erano le stesse. Una Ferrari che taglia il traguardo per prima, una marea rossa in festa sotto il podio, un tedesco vincente. Esatto copione della domenica appena trascorsa targata in rosso.
Al posto di Schumacher però c’è Vettel e Michael non può neanche esprimere quello che avrebbe potuto e voluto dire sulla Ferrari che torna ai “tempi d’oro”, che proprio lui era riuscito a regalargli per ultimo. Cosa avrebbe detto il pilota tedesco vedendo lo spettacolo in Malesia? La sua proverbiale freddezza forse non gli avrebbe fatto esprimere ciò che realmente provava, ma sicuramente avrebbe espresso parole di elogio nei confronti del suo “clone in pista” Sebastian Vettel. Si sa che quando sente la voce dei suoi cari si commuove, chissà cosa avrà provato ad ascoltare il rombo dei motori, l’inno d’Italia (che lui ha sentito molto spesso), le parole di un Vettel commosso. Chissà se almeno ai suoi familiari ed (evidentemente) non ai giornalisti avrà potuto esprimere le sue gioie e i suoi rimpianti. Chissà.