1/10/75-“Thrilla in Manila”: Ali-Frazier alla resa dei conti

SportFair

L’incontro storico che segna la fine alla mai terminata rivalità tra i due grandi pugili

La resa dei conti. L’INCONTRO. Il punto più vicino alla morte, come venne poi definito questo match da Muhammad Ali. È il 1° ottobre del 1975 quando i due più grandi rivali del pugilato si incontrano, per la terza e ultima volta, sul ring. Ali aveva battuto Joe Frazier nel gennaio del 1974 e nell’ottobre dello stesso anno aveva poi combattuto e vinto l’incredibile match di Kinshasa contro George Foreman ritornando ad essere il “campione del mondo”. Ma restava ancora da stabilire, per sempre, chi fosse il più forte fra lui e “Smokin” Joe Frazier. Restava da combattere il match della vita: quello fra lo stiloso e provocatorio Ali e il combattente arcigno e potente di nome Frazier. Tutto il mondo, in quegli anni, aspettava quel match. Tutto il mondo. La cosa non sfugge a Ferdinand Marcos e a sua moglie Imelda, “presidente e first lady” delle Filippine. Quale migliore occasione di questo incontro per mostrare al mondo che quella delle Filippine non è una dittatura ma una oligarchia illuminata? Ecco quindi che le Filippine ospitano “The Match”, pagando le borse dei pugili: cifre per allora davvero astronomiche. Dai 6 ai 10 milioni di dollari per Ali. La metà per Frazier. Quando Ali atterra a Manila lo fa accolto da due interminabili ali di folla. È lo sportivo (e forse l’uomo) più famoso del mondo, in quel momento. Quando Frazier arriva a Manila lo fa nella più totale indifferenza. Ali stringe salutanti mani. Joe stringe pugni pieni di rabbia.

Nel periodo che precede l’incontro, come al solito, Ali sfotte Frazier, questa volta sorpassando i limiti, usando nei confronti del rivale termini come “schiavo” e “zio Tom”. Sono insulti imperdonabili. Joe ascolta e prepara la riscossa interna. Fatti, non parole. I due pugili sembrano avere bisogno uno dell’altro. Sembrano nutrirsi a vicenda del carattere dell’altro. Sembrano attingere forze ancestrali dalla loro inspiegabile e irripetibile rivalità. Poi arriva il gong. E si inizia. Nelle prime 5 riprese Ali strapazza Frazier, che sembra non capire più nulla di quel che sta succedendo. I jab di Ali atterrano in serie sul corpo di Frazier: puliti, precisi,perfetti. Ali ha in mano il match. Lo sa. E sfotte il rivale con frasi sussurrate nell’orecchio. Frazier, però, non va al tappeto. Qualunque altro pugile sarebbe finito al tappeto entro la terza ripresa. Smokin Joe no. E al 5 round, la svolta. Frazier inizia a colpire con colpi destri, inaspettatamente. E Ali va in confusione. Se dalla prima alla 5 ripresa il match era tutto per Ali, dalla 5 alla 11 ripresa si assiste a un monologo di Frazier, che punisce Ali sul quadrato. Sembra volergli far rimangiare tutte le offese che ha dovuto subire. Lo colpisce ai fianchi, al volto, al cuore. È una vera e propria mattanza, in sei riprese. Dalla 12 cambia ancora tutto.

Nessuno all’epoca lo sa, ma Frazier non vede bene da un occhio, il sinistro. E quando torna all’angolo, continua a dire che non vede più partire i destri di Ali. Non è un problema da poco. Ma siamo alla 12 ripresa. E Frazier continua. Man mano che l’occhio destro, nel prendere i continui diretti di Ali, si gonfia, Frazier diventa praticamente cieco. E nel corso della 14 ripresa, si può dire che Frazier affronti Ali completamente cieco. Quando l’arbitro divide i due pugili, alla fine del 13 round, Frazier non sa dove sia il suo angolo. Non lo vede. Non sa dove andare. E viene accompagnato all’angolo dall’arbitro stesso. I due pugili, adesso, sono “finiti”. Non hanno più energie. Siamo all’intervallo. Dopodichè ci sarà l’ultima ripresa. Ma sarà proprio questo intervallo ad entrare nella storia della boxe.

Ecco cosa succede: Ali torna all’angolo, quasi morto dalla fatica, si siede sul suo sgabello, guarda il suo Angelo all’angolo, Dundee, e gli dice, con un fiato di voce: “cut them off!”. In pratica: toglimi i guantoni e facciamola finita! Dunque Ali si è appena arreso. Ma ancora nessuno lo sa. Angelo Dundee è preoccupato per la salute del suo pugile e quindi, prima di gettare la spugna, si assicura, insieme al medico di Ali, Ferdie Pacheco, che tutto funzioni nel fisico del suo pugile stremato, onde evitare un finale tragico. Dundee non ha mai visto Ali in queste condizioni. Ed è molto preoccupato. All’altro angolo, nel frattempo, Eddie Futch continua a dire al suo pugile che deve finirla qui. Joe invece, cieco, continua a dirgli: “don’t stop this fu**ing fight!”. Non interrompere questo dannato incontro! Ma Eddie Futch ha già visto altri 8 suoi pugili morire sul ring, e dice basta. Lo urla all’arbitro. L’angolo di Ali è incredulo.  Frazier è inc***ato marcio. Frazier sa che Ali non sarebbe tornato sul ring per combattere la 15 ripresa. Lo sentiva. Frazier era disposto a morire pur di arrivare in fondo. Anche da cieco, ma in fondo. E invece il suo angolo lo ha fatto perdere da seduto. Sul suo sgabello. Non così, dice Frazier. E lo dice mentre Ali, un secondo dopo aver capito di aver vinto collassa sul ring: Ali è al tappeto. Chi davvero abbia vinto questo match è ancora oggi un mistero. Noi propendiamo per “Smokin” Joe Frazier.

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