Intervista a Romano Battisti, campione di canottaggio vincitore della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012: “adesso punto tutto su Rio”
Romano Battisti, canottiere nato a Priverno specializzato nel doppio e già medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra nel 2012, compirà 29 anni tra pochi giorni: ai microfoni di SportFair racconta la sua storia, i segreti della sua passione, gli obiettivi in vista delle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro e le emozioni vissute tre anni fa il giorno dell’argento olimpico.
Come ti sei avvicinato a questo sport?
“Al liceo ho conosciuto un ragazzo che praticava canoa, così l’ho seguito, mi sono informato, facevo mille domande perchè sono sempre stato attratto dagli sport d’acqua e così ho iniziato a fare canottaggio. Non ho fatto canoa per motivi di altezza, perchè sono molto alto, e solitamente la canoa è indirizzata ad atleti un po’ più bassi“
Quali sacrifici hai dovuto affrontare per diventare un campione?
“A 18 anni mi sono trasferito a Roma per allenarmi al Circolo Canottaggio Aniene, dopo due anni sono entrato nelle Fiamme Gialle e sono tornato vicino casa. Ma non mi è pesato, ho sempre fatto tutto con divertimento e spensieratezza. Adesso che sono sposato e ho una bambina, ho la fortuna di avere una moglie che mi segue spesso, quindi riesco a conciliare perfettamente sport e famiglia“.
Cosa hai provato quando hai vinto la medaglia d’argento a Londra 2012?
“In quel momento pensavo di essere dentro al mio sogno, a 500 metri dall’arrivo ho iniziato a pensare ‘Romano stai per vincere le Olimpiadi”. Non si vive un’emozione in particolare, è un mix di emozioni e sensazioni che ti danno la forza per andare avanti, per continuare a lavorare sempre meglio.”
Come ti è cambiata la vita?
“Ho iniziato ad avere più consapevolezza delle mie potenzialità. Anche l’allenatore e i miei compagni mi guardavano in maniera differente. Ho fatto il salto di qualità“.
Che progetti hai per il futuro?
“Subito dopo Londra l’obiettivo è stato quello di costruire un’Olimpiade, ed è quello che sto facendo. Non voglio arrivare lì per caso (Londra 2012 l’abbiamo preparata in 9 mesi), voglio arrivare a Rio 2016 nelle condizioni migliori, grazie ad un programma quadrennale che stiamo seguendo con l’allenatore dal 2012 per costruire la prossima Olimpiade“.
Qual è il ricordo più bello della tua carriera?
“Sicuramente l’abbraccio a mia moglie e mia figlia con la medaglia. Ieri sono passati 3 anni esatti da quel giorno, e ho pubblicato una foto su Facebook accompagnata dalla frase del film ‘I Laureati’ di Leonardo Pieraccioni: “i giorni indimenticabili della vita d’un uomo sono 5 o 6 in tutto. Gli altri fanno solo volume“.
Che messaggio vuoi mandare ai più giovani per farli avvicinare a questo sport? Che valori insegna?
“Questo è uno sport per tutti. L’unico consiglio che posso dare è quello di andare sempre avanti, di non arrendersi mai. Chi ha la passione deve continuare nonostante le difficoltà, pensando a divertirsi, se si riesce ad affrontare tutto quasi come se fosse un gioco (come ho fatto io), non sarà mai un peso. I risultati ovviamente non arrivano subito, bisogna costruirsi piano piano, divertendosi, stando insieme ai compagni e con un forte spirito di squadra. Sono questi i valori che insegna: sacrificio, divertimento e unione.”