C’era una volta Berardi, talento smarrito e senza ‘testa’: quando un ‘no’ (alla Juventus) ti brucia una carriera

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L’ennesima giornata da dimenticare per Berardi: talento dai troppi colpi di testa, smarrito e (quasi) bruciato dopo il ‘no’ alla Juventus

Berardi
Berardi – Alessandro Fiocchi/LaPresse

C’era una volta Domenico Berardi, talento sopraffino tra i più corteggiati dai top club di Serie A e non solo. Gol, giocate, assist: un concentrato di classe che la Juventus aveva bloccato prima di tutti gli altri. I rapporti ottimi con il Sassuolo e un piano ben preciso: far maturare il ragazzo in Emilia e poi portarlo a Torino. A scombinare i piani bianconeri però la volontà del ragazzo: ‘no’ al trasferimento alla Juventus, al suo cuore a tinte nerazzurre (tifosissimo dell’Inter fin da bambino) non si poteva chiedere tanto. Da quel momento però una parabola discendente che sembra inarrestabile: infortuni a catena, qualche colpo di ‘testa’ (tante le espulsioni per reazione, così come qualche esclusione per motivi disciplinari) e una fiducia che sembra ormai smarrita. Il gol fallito quest’oggi contro il Cagliari il punto più basso di una carriera che sembrava a un passo dal decollare e che invece adesso sembra quasi irrecuperabile. Talento ‘bruciato’ via da un ‘no’ alla Juventus: l’età gioca ancora a suo favore (classe 1994), a Berardi il compito di smentire tutti. Per evitare rimpianti che potrebbero durare una vita intera.

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