Gioia ed emozioni ai campionati italiani grazie a Fabio Aru: “questa maglia era il mio sogno” [GALLERY]

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Fabio Aru è la nuova maglia Tricolore grazie ad un attacco stupendo negli ultimi chilometri della prova in linea dei campionati italiani. Il sogno del ciclista dell’Astana di diventare campione si è avverato

LaPresse/ Nicolò Campo

Fabio Aru ha vinto in solitaria la prova in linea da Asti ad Ivrea laureandosi Campione italiano. il corridore sardo ha preceduto sul traguardo Diego Ulissi della UAE Team Emirates e Rinaldo Nocentini del Club-Sporting/Tavira. Aru ha attaccato all’inizio della salita nell’ultimo giro del circuito, guadagnando 30 secondi sugli avversari, mantenendoli anche in discesa e nel tratto finale di pianura che portava al traguardo di Ivrea. Un bellissimo attacco frutto di un duro allenamento realizzato la scorsa settimana sul Sestriere. La forma fisica del sardo è n costante aumento: dal Giro del Delfinato, e precisamente dal Mont du Chat, a ieri, Fabio Aru non mai perso un secondo dal vari gruppi dei migliori di ogni tappa.

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Sul traguardo di Ivrea insieme ad Aru c’era Michele Scarponi, suo ex compagno di squadra: “c’è un episodio di quando eravamo in ritiro a Sierra Nevada per preparare il Giro che nessuno conosce. Ci siamo scambiati una maglia perché io avevo una “xs” ma volevo provare una “s” – ha dichiarato il ciclista dell’Astana come riportato da La Gazzetta dello Sport -. Così lui mi ha dato una sua maglia e io gli ho dato una mia. Da quando sono tornato a correre ho sempre usato la maglia di Michele. Non l’ho mai detto a nessuno, nemmeno alla mia fidanzata. Mi ero prefissato che dopo la prima vittoria gliel’avrei riportata. Ci terrò quindi a regalarla a sua moglie Anna e ai suoi gemellini Giacomo e Tommaso“.

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Fabio Aru analizza la corsa elogiando i suoi avversari: “la salita era veramente dura io l’ho presa da sotto a tutta, perché volevo arrivare in cima con più vantaggio possibile. O almeno provarci. Ora sono veramente felicissimo perché la concorrenza era tanto alta: Moscon, Caruso, il mio amico Diego (Ulissi, ndr) e tanti altri erano molto in forma. Sono partito con grande attenzione e grande rispetto nei loro confronti. Zazà (il diesse Stefano Zanini, ndr) mi teneva aggiornato chilometro dopo chilometro – ha continuato -. A un certo punto ho pensato anche che mi prendesse in giro perché nel finale, invece di diminuire come previsto, il vantaggio sui rivali aumentava. Ero incredulo quando sentivo 35-40 secondi. Pensavo: “Caspita allora sto andando veramente forte”. E sul computerino vedevo sempre 50-52 all’ora. Non male. Scusatemi se non l’ho detto nei giorni scorsi. Questa maglia era il mio sogno”.

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Adesso il sardo si preparerà per il Tour de France che scatterà il primo di luglio. La Grande Boucle sarà molto difficile con pochi chilometri a crono e molti di alta montagna. Una corsa adatta a scalatori puri, come Froome, Contador, Quintana e Aru. Da ieri il ciclista dell’Astana è considerato uno dei pretendenti alla vittoria della maglia gialla. Ma, come di consueto, Fabio Aru vola basso: “quello che ho davanti sarà un mese molto duro ma ci arrivo con serenità e tranquillità – ha concluso -. Gli ultimi sono stati mesi difficili, ma la vita mi ha insegnato a superarli. Ora credo di essere più forte di prima e la stagione è ancora lunga. Ho tempo per fare buone cose”.

 

 

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