Norma Gimondi racconta papà Felice: “da qualche mese gli avevano proibito la bici, ma all’esame sotto sforzo…”

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Norma Gimondi ricorda papà Felice: la figlia dell’ex ciclista italiano scomparso due giorni fa per un malore a Giardini Naxos racconta il padre

La scomparsa improvvisa di Felice Gimondi lascia un vuoto incolmabile nel mondo del ciclismo. La famiglia dell’ex campione italiano darà il suo ultimo saluto al famoso ciclista martedì, nella chiesa della sua Paladina, dove viveva ormai da 30 anni.

LaPresse/Sergio Agazzi

Felice Gimondi, lascia la moglie Tiziana e le due figlie Norma e Federica E’ la più grande delle due, Norma, anche lei appassionata di ciclismo, a ricordare papà Felice: “papà e mamma avevano festeggiato l’anno scorso il cinquantesimo di matrimonio. La loro è stata un’unione rara. Un marito eccezionale, una moglie eccezionale. In questi giorni in Sicilia si prendevano per mano nel corridoio dell’albergo quando andavano a colazione. E adesso mamma è sola“, ha affermato alla ‘rosea’.

Un papà meraviglioso, il migliore dei papà. Poche parole, ma parole che contavano. Anche se per lavoro stava tanto lontano da casa, anche nove mesi all’anno, quando poteva ci veniva sempre a prendere a scuola. E non ci faceva fare i compiti, ma ci portava a camminare tra i boschi, ci spiegava la natura per ritrovare noi stessi. Aveva fatto un esame specifico per il cuore sotto sforzo e il cardiologo aveva detto che stava bene. E’ stato un infarto importante, papà non ha avuto nemmeno la possibilità di chiedere aiuto. Quando andavamo a scuola, ci diceva: io mi sono ritirato nella mia carriera una sola volta perché non stavo bene. A scuola si va e non si molla. Fai quello che puoi, poi il risultato che viene va bene, l’importante è che tu abbia dato il massimo di te stessa“, ha aggiunto.

Norma Gimondi ha poi raccontato le sue pedalate col padre: “all’inizio era sempre lui davanti e io a ruota, facevo una faticaccia e poi mi staccavo, e lui si arrabbiava “stai a ruota, altrimenti ti stacchi”. Da due anni le cose erano diverse, io davanti e lui dietro, ma quando andava in difficoltà cambiava rapporto senza fare rumore, per non far capire che stava facendo più fatica. Da qualche mese gli avevano proibito la bicicletta, gli mancava tantissimo. Se avesse potuto, sarebbe tornato a pedalare alla prossima Eroica. Spero che stia pedalando adesso e che sia sempre vicino a noi“.

Mi ha insegnato a non mollare mai, tirare fuori il meglio di sé. Così sei a posto con la coscienza“, h concluso.

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