Morte Gimondi – Il racconto dell’amico: “sono sconvolto, abbiamo fatto colazione insieme e…”

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L’ultima giornata di vita di Felice Gimondi raccontata dall’amico medico che si trovava in vacanza con lui a Giardini Naxos

Oggi e domani sarà possibile salutare Felice Gimondi, scomparso venerdì pomeriggio mentre si trovava a mare, i vacanza a Giardini Naxos, a causa di un malore improvviso. Il feretro dell’ex ciclista sarà esposto oggi nella chiesetta adiacente alla cattedrale di Paladina, dove viveva da 30 anni, mentre domani si terranno i funerali.

LaPresse/Sergio Agazzi

Tutto il mondo del ciclismo è a lutto e c’è chi ancora è sotto shock per l’accaduto. Stiamo parlando dell’amico medico di Gimondi, che si trovava con lui n Sicilia in vacanza e ha assistito dal vivo alla tragedia. Fichera, medico ginecologo, ha raccontato così l’ultima giornata di vita dell’ex campione italiano alla ‘rosea’: “quella mattina siamo scesi insieme per fare colazione al nostro tavolo riservato nell’angolino panoramico dell’hotel. Io la tradizionale granita e Felice con del miele, poi siamo andati in spiaggia con le nostre mogli, per fare il bagno. Siamo stati insieme a pranzo intorno alle 13, non ci siamo appesantiti. A seguire, il rituale riposino e intorno alle 17 siamo tornati in spiaggia da soli, senza le mogli, poiché stavano preparando le valigie per il rientro in aereo fissato per sabato. Gimondi, poco prima delle 18, dopo la solita piacevole chiacchierata si è immerso. Non amava andare lontano dalla riva e, anche il giorno della tragedia, si trovava a nuotare a non più di dieci metri dalla battigia. Io invece sono arrivato a nuoto fino alla boa, circa 30 metri dalla riva. Quando stavo per tornare, ho notato che Felice annaspava in acqua e nuotava con fatica verso sinistra e non dritto verso le nostre sdraio. Notavo anche un particolare fondamentale: Felice era con la testa immersa, cosa che non faceva mai, poiché non nuotava a stile libero. Mi sono affrettato a tornare in spiaggia e, richiamando l’attenzione del bagnino, lo abbiamo recuperato in acqua a due-tre metri di distanza dall’arenile. Testa in giù, avrà bevuto molta acqua“.

LaPresse/Fabio Ferrari

Inutili i tentativi di rianimazione. “Sono sconvolto. Non potevo neanche lontanamente immaginare questa tragedia. Ho accompagnato la salma del mio amico alla camera mortuaria dell’ospedale Sirina di Taormina, ho atteso l’arrivo delle figlie di Gimondi, Norma e Federica, poi non ho resistito al dolore. Sapevo dei problemi al cuore di Felice, anni fa si era sottoposto all’applicazione di stent cardiaci, ma non aveva mai mostrato alcuna sofferenza“, ha concluso il dottor Fichera.

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