Carlos Ghosn, l’ex Boss dell’Alleanza Renault-Nissan vittima di una possibile congiura

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Il gioco di potere che si è creato all’interno di una delle più importanti alleanze automobilistiche mondiali potrebbe aver creato la più grande congiura di sempre del settore automotive

Carlos Ghosn, ex numero uno dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, si trova in carcere in Giappone da ben quattro mesi con l’accusa di aver sottratto illegalmente dei fondi alla Nissan per uso personale. Nel primo periodo di detenzione, il manager è rimasto in isolamento in un carcere di Tokyo, dopodiché i magistrati nipponici hanno riconvalidato l’arresto rilanciando nuove accuse. Adesso, finalmente, dopo ben 4 mesi, Ghosn ha avuto la possibilità per la prima volta di parlare in prima persona al pubblico tramite un video, dove racconta la propria versione dei fatti.

Nel lungo video-messaggio, il manager brasiliano di origini libanesi continua a dichiararsi innocente, come sempre dall’inizio di questa intricata vicenda, inoltre sostiene di essere vittima di un complotto. Nonostante non possiamo avere le prove schiaccianti della sua eventuale innocenza, crediamo che Ghosn sia davvero vittima di un complotto e la posizione scomoda in cui si trova in questo momento sia frutto di un piano ben congegnato per toglierlo di mezzo dalla guida di una delle alleanze automobilistiche più potenti dell’intero globo.

Circa 20 anni or sono, Carlos Ghosn  – alla guida del Gruppo Renault – strinse un’alleanza con la Nissan che in quel periodo navigava in acque a dir poco tranquille. In quasi due decenni, il manager ha risollevato completamente le sorti di Nissan, a tal punto che quest’ultima ha iniziato a distribuire un numero di veicoli superiore a quelli della Renault. I due marchi non si sono mai fusi, ma uno scambio di azioni ha favorito la Casa del Rombo rispetto al brand giapponese. Come se non bastasse, lo scorso anno Ghosn è riuscito ad allargare l’alleanza con l’arrivo di Mitsubishi, salvata in extremis da uno scandalo emissioni che l’aveva travolta dopo il dieselgate Volkswagen.

In poche parole, l’operato di Ghosn non solo è stato ineccepibile a livello strategico, ma può essere stato addirittura premonitore di un’evoluzione che sta travolgendo il settore automotive globale. Infatti, con il passare del tempo stiamo assistendo ad una continua aggregazione di vari Costruttori che hanno l’obiettivo di formare realtà sempre più grosse ed importanti.

Ad un certo punto però, qualcosa si è rotto, è Ghosn è stato dapprima accusato dalla Nissan di frode fiscale ed altri illeciti finanziari, per una cifra vicina agli 80 milioni di dollari, successivamente è stato accusato anche di aver distratto una cospicua somma di denaro tramite un trasferimento ad un distributore in Medio Oriente controllato da persone a lui vicine. Si tratta dello spostamento di circa 30 milioni di dollari verso una succursale Nissan in Oman in un periodo di circa 7 anni, dal 2011 al 2018. Se in un primo momento, Renault non aveva sollevato accuse contro il manager di origini libanesi, adesso anche la Casa della Losanga avrebbe informato l’autorità giudiziaria francese di alcuni versamenti sospetti nei confronti di un distributore Renault in Medio Oriente.

Nel video rilasciato da Ghosn, quest’ultimo sostiene che la congiura sia scaturita dal fatto che alcuni vertici di Nissan avevano paura che la Casa nipponica perdesse la sua autonomia e per questo motivo hanno architettato un piano ben congeniato per togliere di mezzo in maniera definitiva, l’uomo che aveva tolto dai guai proprio la Nissan, una persona che lavora 365 giorni l’anno che non si è mai risparmiato per la sua azienda, un uomo che per la sua dedizione al lavoro probabilmente può essere paragonato soltanto al compianto Sergio Marchionne. Sia Ghosn che noi siamo convinti che prima o poi la verità verrà fuori, sperando che il terribile momento che sta passando quest’uomo finisca presto e i veri responsabili di questa situazione vengano assicurati alla giustizia.

 

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