Atletica – Tamberi e il rapporto con la dieta: “psicologicamente e fisicamente molto probante”

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Gianmarco Tamberi e la dura dieta a cui è sottoposto quasi tutto l’anno per mantenere il suo fisico asciutto e tirato per le gare: il racconto del campione europeo di salto in alto

Gianmarco Tamberi è campione europeo di salto in alto: l’atleta italiano ha stupito tutti a Glasgow. Gimbo è volato a 2.32, sbaragliando la concorrenza e festeggiando per un fantastico oro europeo. Tanto allenamento e immensi sacrifici per l’atleta italiano, che deve stare particolarmente attento all’alimentazione.

AFP/LaPresse

E’ proprio della dieta che Tamberi ha parlato in un’intervista alla ‘rosea’, senza nascondere le sue difficoltà: “una premessa: la dieta è in assoluto la cosa più pesante della mia vita di sportivo, non c’è intensità di un allenamento o difficoltà di una gara che tenga. È un pensiero costante, un chiodo fisso. Psicologicamente e fisicamente molto probante. Certe rinunce e certe privazioni fanno soffrire. Nel 2015 mi sono rivolto a un nutrizionista: per tanti motivi non è stata un’esperienza positiva. Mi sono ritrovato privo di energie e mi sono quasi spaventato. Da allora faccio di testa mia. Non dico che farsi seguire da un esperto sia sbagliato, anzi. Ma io devo avere le briglie sciolte. Ho studiato, mi aggiorno, mi informo, mi confronto. Leggo. Modifico in base alle mie esigenze. L’alimentazione è una materia assai interessante“.

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Una dieta ferrea, che dura quasi tutto l’anno, tranne a stagione terminata: “in quel periodo mangio di tutto e quasi senza limiti. Pizze, gelati, persino la Nutella. Anche se poi adoro mangiar bene e sto ore su TripAdvisor per trovare i posti giusti. Arrivo in fretta a 84 kg, quattro mesi fa addirittura a 85.5. Poi torno attento e scrupoloso e, progressivamente, calo. Addio ai grassi, da subito. Mangio il più magro possibile, solo prodotti di qualità. Ma sulla mia tavola, per esempio, c’è spesso la pasta. La compro in una gastronomia e la condisco con ottimo olio di oliva. Devo comunque stare attento, perché assimilo tutto, basta un niente e la bilancia torna a essermi nemica. Venti giorni fa, quando ho gareggiato agli Assoluti di Ancona, pesavo 79 kg. A Glasgow mi sono presentato a 78. Ma il mio peso-forma, quello da gara clou dell’anno, è 76-76.5. Quando ho saltato 2.39, nel luglio 2016 a Montecarlo, ero 75.9. Vuol dire essere belli tirati, garantisco. Vuol dire non concedersi strappi o eccezioni. Se non, seguendo le mie regole, giusto il giorno prima e per qualche giorno dopo l’appuntamento agonistico. In quel momento la testa deve essere libera, sgombra. E allora è giusto seguire l’istinto. Mi vien voglia di un dolce? Senza esagerare, me lo concedo. In Scozia anche una fettina di cheesecake. Tanto lo stress brucia a prescindere. E io in pedana, mi vedete, mi consumo. Il più è non appesantirsi“.

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