Italia, Roberto Mancini crede nei suoi giovani: “Zaniolo come Pogba, ma non è l’unico talento”

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Italia, Roberto Mancini è pronto a dare battaglia nella corsa agli Europei itineranti del 2020, facendo leva su diversi giovani di belle speranze

Il ct dell’Italia Roberto Mancini, si sta preparando a vivere le qualificazioni ai prossimi campionati Europei. La Nazionale azzurra sta vivendo un momento di rinnovamento che passerà per diversi giovani calciatori in rampa di lancio. Il Ct, parlando al Corriere della Sera, ha analizzato la situazione di alcuni di essi, iniziando dal più chiacchierato, Nicolò Zaniolo:Lo avevo seguito all’Europeo Under 19 e, oltre a lui, mi avevano impressionato Tonali, Kean e Scamacca. Mi era piaciuto perché è forte fisicamente, arriva spesso al tiro e quando ha il pallone non glielo portano mai via. Perché l’Inter lo ha lasciato andare? A volte coi giovani è difficile capire. Io ci ho visto delle qualità, uno così non lo abbiamo, è completamente diverso da Barella, Jorginho e Verratti. Ha le caratteristiche per essere un interno, il paragone con Pogba ci sta. Adesso però servono calma e pazienza, anche lui andrà in difficoltà”.

Ma non è tutto, l’Italia ha altri giovani di belle speranze sui quali puntare: Kean alla Juve non gioca, ma sarebbe titolare quasi ovunque. Tonali dovrebbe giocare in A, anche Sensi ha qualità enormi. Pellegri lo seguiamo sempre. I giovani sono il filo conduttore: in due anni possiamo mettere insieme una squadra forte che può fare bene agli Europei. E può giocarsi alla grande il Mondiale del 2022. Con Di Biagio c’è collaborazione, in sei-sette andranno all’Europeo in casa, anche perché abbiamo la possibilità di vincerlo”.

AFP/LaPresse

Intanto continua a tenere banco Mario Balotelli, il quale sembra aver ritrovato la giusta verve dopo il trasferimento al Marsiglia: Balotelli? Speriamo che tenga acceso il motore a lungo, perché tutto dipende da lui. Lui sa giocare a calcio. Se fosse quello di dieci anni fa, che correva da tutte la parti sarebbe l’ideale. Ma a 28 anni è ancora nel pieno delle sue possibilità. L’ho gestito per tanti anni e non mi crea problemi. È lui che deve avere la testa a posto come non l’ha mai avuta negli ultimi anni per meritarsi la convocazione. Deve giocare bene, fare gol e stare attento a non farsi ammonire. Non credo che soffra tanto per striscioni e cori, è talmente abituato. Gli anticorpi se li è fatti. Deve capire che tante altre occasioni non ne avrà”.

La chiosa di Mancini è sui progetti futuri dell’Italia, che deve crescere dopo aver toccato il suo punto più basso con Ventura: Obiettivi? La doppietta non l’abbiamo mai fatta. Il Mondiale fallito ormai è passato, il trauma è superato. L’Argentina con Messi non ha vinto neanche la Coppa America e le altre Messi non ce l’hanno, quindi perché noi non possiamo pensare di vincere l’Europeo? Se vinciamo Europei e Mondiali magari resto sino a 80 anni”.

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