Coppa Davis – Piquè non demorde: “Federer il mio idolo, spero giochi in futuro. Ho provato a chiamarlo ma…”

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Piquè non si arrende all’idea di avere Roger Federer in Coppa Davis: sarà una festa dello sport secondo il difensore del Barcellona, lo svizzero potrà partecipare negli anni a venire

In qualità di presidente di Kosmos, Gerard Piquè ha giocato un ruolo fondamentale nel cambiamento del forma della Coppa Davis. Le novità apportate al torneo per nazioni hanno trovato l’opposizione di diversi giocatori, fra i quali diversi top player che hanno storto il naso per la calendarizzazione del torneo nel mese di novembre. Roger Federer ad esempio, è stato fra i primi ad annunciare la sua mancata partecipazione nonostante l’insistenza dello stesso Piquè: assenza resa ufficiale dalla qualificazioni sfumata della Svizzera.

Piquè ha comunque difeso il nuovo format, descrivendo la Coppa Davis come una festa di sport che si ripeterà ogni anno e alla quale si augura che Federer possa partecipare in futuro: “sarà un festival del tennis. Non solo nella Caja Magica ma anche coi progetti correlati insieme alla Città, alla federazione madrilena e spagnola. Abbiamo lavorato duramente per mandare avanti questo progetto, con persone giovani e dotate di molta esperienza nel mondo del tennis come Galo Blanco. Siamo persone preparate e vogliose di rendere questo torneo incredibile e che Madrid e il mondo respirino tennis per una settimana. Fin da piccolo mi è sempre piaciuto il tennis e insieme al calcio è il mio sport preferito. Pensavo che lavorare con l’ITF fosse una buona opportunità per far crescere questa competizione. Convincere i giocatori è stata la parte più difficile, non lo nego. Ci sono state opinioni diverse sul format tutte quante fatte con rispetto. Ad alcuni giocatori piace, ad altri no. Il nostro obiettivo è che a novembre tutto vada perfettamente. In uno sport così è difficile avere tutte le star in un torneo perché il calendario è pieno, ci sono infortuni, interessi diversi… Ma abbiamo firmato un accordo di 25 anni, non di uno. Federer? Non ho avuto l’opportunità di incontrarlo, ma ci ho provato. È stato il mio idolo d’infanzia e l’ho conosciuto di persona 9-10 anni fa. Ho parlato con Tony (Godsick, il suo manager) e gli ho detto che sarebbe un piacere poter contare su Federer“.

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