F1, Schumacher raccontato da Sabine Kehm: quanti retroscena svelati dalla portavoce del Kaiser

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La portavoce storica di Michael Schumacher ha svelato alcuni retroscena della vita del Kaiser, alcuni relativi anche alla sua vita privata

Sempre accanto a lui, con quel ruolo di portavoce personale trasformatosi con il tempo in qualcosa in più. Sabine Kehm non si è mai allontanata da Michael Schumacher, seguendone la crescita in Formula 1 e poi affiancandolo dopo l’addio al circus.

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Adesso cura sempre lei i rapporti tra la famiglia del Kaiser e la stampa, rimanendo sempre vicina al tedesco in questo momento complicato. Intervistata da Beyond The Grid, Sabine Kehm ha svelato alcuni retroscena della vita di Schumacher, partendo dalla vittoria del primo titolo con la Ferrari a Suzuka: “era chiaro che la pressione era estremamente alta, sentivo che era un anno decisivo. Non so cosa sarebbe successo se non ce l’avessero fatta. Ha svolto un lavoro incredibile quell’anno e ha dato tutto. Quando Michael ha vinto il titolo a Suzuka non avrei mai immaginato una tale esplosione di emozioni da parte dell’intera squadra. Quando ha tagliato il traguardo le persone nel retro del garage erano in lacrime. Ho capito solo allora cosa significasse quel successo per loro, che lo avevano inseguito per così tanti anni. C’erano alcuni meccanici che lavoravano lì da 25 anni e versavano lacrime vere, ma se ne vergognavano e cercavano di coprirle. Non ho mai visto qualcosa di così toccante. Era persino più grande di quanto mi aspettassi“.

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Significativa anche la rivelazione circa il rapporto di Schumacher con le persone che lavoravano con lui, per i quali il Kaiser aveva sempre un pensiero speciale: “mi aveva incaricato di informarmi su quando fossero i compleanni di tutte le persone che lavoravano a Maranello e voleva che tutti ricevessero un bel regalo per Natale. Per lui questo era molto importante, era il suo modo di ricompensarli per il lavoro svolto. La sua famiglia? Michael e Corinna sono stati sempre una coppia perfetta. Quando tornava a casa e stava con i suoi bambini il mondo della Formula 1 era lontano, questo era il suo modo di ricaricarsi dopo i Gran Premi. Per Schumi anche gli amici sono sempre stati importanti, ha una cerchia ristretta di persone che gli sono vicine fin da quando era piccolo. Lo sport ad alti livelli richiede una preparazione mentale elevata e lui voleva essere percepito come forte e sicuro di sé“.

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