I soldi della Sampdoria per coprire debiti e film: ecco le accuse mosse a Massimo Ferrero dalla Guardia di Finanzia

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La Guardia di Finanzia ha posto sotto sequestro alcuni dei beni di proprietà del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero: tutti i dettagli

Fondi sottratti alla Sampdoria e impiegati per motivi estranei alle finalità del club. E’ l’accusa rivolta al patron blucerchiato, Massimo Ferrero, che questa mattina ha portato la Guardia di Finanzia a porre sotto sequestro beni di sua proprietà e di altri cinque indagati per un valore complessivo di 2,6 milioni di euro. Nell’operazione denominata ‘Fuori gioco’, secondo l’ipotesi degli uomini del Nucleo di polizia valutaria, dalle casse della società blucerchiata sarebbe spariti 1,2 milioni di euro, parte dei soldi incassati per la cessione al West Ham di Pedro Obiang nell’estate del 2015. La distrazione del denaro sarebbe avvenuta tramite l’utilizzo di fatture false emesse da una società riconducibile a Ferrero, anche se amministrata da un’altra persona. Soldi successivamente riutilizzati sia per sanare debiti di altre imprese del gruppo sia per finanziare un film prodotto da altre due società, sempre riferibili al presidente della Sampdoria. Le ipotesi di reato contestate vanno dall’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti all’appropriazione indebita fino all’autoriciclaggio, alla truffa e all’impiego di denaro di provenienza illecita. E sul caso si è attivata anche la procura federale della Figc guidata da Giuseppe Pecoraro, che ha già chiesto gli atti dell’inchiesta e aperto un fascicolo. Oltre a Massimo Ferrero sono indagati dalla procura di Roma anche la figlia dell’imprenditore, Vanessa, il nipote Giorgio, la compagna di Ferrero, Manuela Ramunni, e i due manager Marco Valerio Guercini e Andrea Diamanti.

Sono state sottoposte a sequestro disponibilità finanziarie riferibili agli indagati nonché un immobile residenziale di pregio a Firenze, in via dei Renai. La Sampdoria è destinataria di un sequestro per un importo di oltre 200mila euro, corrispondente al profitto del reato tributario accertato. Le indagini della Guardia di Finanza si sono concentrate sui flussi finanziari che hanno riguardato rapporti bancari intestati o riconducibili a Ferrero, alla Sampdoria e alla società Vici Srl e segnalati come sospetti dagli istituti di credito. In particolare, come si legge nel decreto di sequestro preventivo del Gip Antonella Minunni, “sono emersi importanti flussi di denaro che dalla Sampdoria sono confluiti nelle casse della Vici srl (quasi 1,2 milioni, ndr) con socio unico e da qui nella disponibilità di altre società riconducibili al ‘gruppo Ferrero‘”. Soldi che, secondo il pm, il club blucerchiato ha percepito per la cessione di Obiang al West Ham e che sono state poi “distolte dalla cassa societaria attraverso la predisposizione di un contratto –siglato dalla Sampdoria e dalla Vici srl– artatamente preordinato a simulare l’esistenza di una valida causa negoziale per giustificare i trasferimenti di denaro“. La Vici, incaricata dalla Sampdoria di reperire sul mercato imprese per la ristrutturazione del centro sportivo di Bogliasco, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza ha ricevuto dal club blucerchiato quasi 1,2 milioni in 5 bonifici nel periodo di giugno/settembre 2015, dopo appunto la cessione di Obiang.

Sampdoria - Napoli ferrero
Tano Pecoraro/LaPresse
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Secondo il Gip parte di questi soldi, 805.000 euro, sono stati impiegati “per motivi estranei alle finalità sociali della Vici srl” ovvero per sanare un debito di un’altra società del gruppo Ferrero, la Farvem Real Estate, dovuto a un pregresso finanziamento erogato dalla Livingston Spa (società area fallita nel 2010 e appartenente all’epoca a una holding presieduta da Ferrero). Inoltre, l’emissione di fatture intestate alla Sampdoria dalla Vici secondo il Gip ha comportato “un inequivocabile vantaggio fiscale per Ferrero“, quantificato in 209mila euro d’imposta dovuta allo Stato. Un’altra parte dei soldi pagati dalla Samp sarebbero stati, secondo il Gip, investiti dalla Vici nell’attività di produzione di un film da distribuire nel circuito cinematografico. Si tratta di circa 110mila euro versati alla Film 9 srl e alla V Production che sarebbero anche in questo caso riconducibili al gruppo Ferrero. Le indagini avrebbero infine fatto emergere finte controversie di lavoro, dinanzi alla direzione territoriale del lavoro di Roma, mediante le quali simulando l’esistenza di rapporti di lavoro subordinato con cinque società del gruppo, venivano conclusi cinque distinti accordi transattivi, con percezione indebita di 500mila euro. Il CdA della Sampdoria in un comunicato si è detto “sicuro della correttezza del proprio operato, altrettanto fiducioso rispetto al lavoro della magistratura”. “Sono notizie uscite già un anno e mezzo fa, non c’è nulla da commentare -ha puntualizzato il legale del club Antonio Romei-. Ripercussioni sul club? Assolutamente no. E il presidente è tranquillissimo“. Ma non tutti a Genova la pensano così: “La notizia -ha riconosciuto il consigliere con delega allo Sport del Comune, Stefano Anzalone all’Adnkronos- ha lasciato noi genovesi esterrefatti e preoccupati per cosa sta succedendo pensando ai tifosi e al bene della città“. (Aip/AdnKronos)

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