Dal Var alla sudditanza psicologia, parla l’arbitro Pitana: “non so se esiste, ma non dovrebbe…”

SportFair

Il direttore di gara della finale mondiale ha parlato della tecnologia e della sudditanza psicologica, sottolineando come non dovrebbe esistere

E’ tra gli arbitri migliori del mondo, Nestor Pitana si gode il momento e accumula premi, ricevendo oggi a Milano quello intitolato a Giulio Campanati.

Il direttore di gara della finale mondiale di Russia 2018 è tra i più stimati dai calciatori, conseguenza del suo modo di interpretare le partite: “sono un direttore di gara con carattere, ma molto attento al dialogo. Una caratteristica che solitamente i calciatori mi riconosconoIl segreto per un arbitraggio di successo? Considerarsi un attore non protagonista. Agli arbitri italiani invidio lo stile. Inconfondibile, un marchio di fabbrica. Cambiano gli arbitri, ma lo stile resta. Guardo le partite di serie A, ma mi concentro sulle prestazioni dei miei colleghi Quando finiscono gli mando dei messaggi, da Valeri a Rocchi sono tutti miei amici“.

Sul Var, Pitana chiosa: “gli amici del direttore di gara sono gli assistenti e il quarto uomo, il Var è una seconda chance da cogliere per minimizzare gli errori. Senza esagerare, ma con la disponibilità a rettificare la propria decisione. Il rigore in finale per la Francia? Merito di Irrati, è un chirurgo del Var nonché un’ottima persona e un grande professionista“.

Condividi