F1, retroscena Hamilton: “giovedì è morto mio nonno, non è stato facile. Vettel? Ecco perchè lo stimo”

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Il pilota della Mercedes ha raccontato le sue emozioni nel day after del Gp del Messico, gara che lo ha incoronato campione del mondo per la quinta volta in carriera

Una trionfo speciale, da dedicare ad una persona che non c’è più. Niente indiscrezioni, ma una rivelazione commovente e diretta arrivata da Lewis Hamilton in persona, che ha voluto lanciare dopo il Gp del Messico un pensiero a nonno Davidson, scomparso nella giornata di giovedì.

Photo4/LaPresse

Un fulmine a ciel sereno che avrebbe potuto abbattere chiunque, non Lewis, che ha tenuto tutto dentro di sè andandosi a prendere il quinto titolo mondiale, da dedicare poi al proprio caro. “Non mi sembra vero, cinque titoli mondiali. Ho paura di risvegliarmi all’improvviso da questo sogno. E’ stata una gara difficile. Giovedì mattina è morto mio nonno, un momento duro per tutta la famiglia, e volevo fare qualcosa per renderlo fiero di me. Credo che lo sarebbe stato, guardando ciò che io e mio padre abbiamo conquistato. Papà, fin da quando avevo 8 anni, mi ha sempre detto: ‘Lascia parlare la pista’. Avere raggiunto Fangio è un onore. Michael Schumacher è ancora lontano per vittorie e titoli, anche se potrei avvicinarmi nei prossimi anni. Sento che sto ancora gareggiando con il sacro fuoco che avevo da bambino. E continuerò finché ci sarà questa passione”.

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Il neo campione del mondo si sofferma poi sulla rivalità con Vettel: “che cosa ci siamo detti? Lui si è avvicinato e mi ha sussurrato: ‘Adesso non mollare, ho bisogno di lottare con te anche l’anno prossimo’. Un’altra conferma del rispetto che c’è fra di noi” le parole riportate dalla Gazzetta dello Sport. “Seb ha vinto quattro titoli con merito, quest’anno ha attraversato momenti difficili perché reggere sulle proprie spalle la pressione di una Ferrari che non vince il Mondiale da tanto tempo è davvero dura, ma in Messico è tornato fortissimo. Perciò nel 2019 non dovrò abbassare la guardia. Il fatto che le Ferrari ancora qui in Messico fossero più veloci di noi dimostra quanto sia stata serrata la competizione. Non sono sicuro che avessimo il pacchetto migliore, ma siamo stati i più bravi a sfruttarlo come team. La Mercedes è stata messa alla prova in tante occasioni, spesso abbiamo dovuto inseguire, ma ci abbiamo sempre creduto e ne siamo venuti fuori da vincenti, riuscendo a spuntarla anche in gare che ci vedevano sfavoriti. Io ho dovuto elevare il livello della mia guida, ho fatto alcune pole position speciali e delle prestazioni magiche. Perciò questo è il titolo che mi

Hamilton
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rende più orgoglioso“.

Non solo la bravura al volante, ma anche una nuova dieta hanno aiutato Hamilton a vincere il suo quinto titolo: “l’abilità nel guidare c’era già quando ho debuttato in Formula 1. Ho cercato di migliorare ancora, dopo una grande stagione come il 2017. Ho lavorato su me stesso, sulla mia mente, cercando anche il giusto equilibrio nella vita privata, per rendere al meglio. Sono stato più concentrato che mai e in forma fisicamente, grazie anche alla dieta vegana, pescando energie nuove. Silverstone è stato un momento chiave della stagione, quando ho rimontato da ultimo a secondo dopo essere stato urtato al via. E poi le vittorie a Hockenheim, in Ungheria e a Monza, in un frangente della stagione in cui non eravamo i più veloci. Da lì siamo diventati sempre più forti. Diventare il più grande di ogni epoca? Sarebbe bello, ma ho ancora molto da conquistare e tanta strada davanti. E poi non potrei mai definirmi il migliore.

Hamilton
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Questo è il momento di godersi il presente, ma Hamilton non smette nemmeno di pensare al futuro: “alimentare la propria creatività è positivo. La gente può pensare quello che vuole, ma solo io ho il diritto di decidere come vivere la mia vita fuori dai circuiti. Ho tanti progetti. Mi piacerebbe fare qualcosa di positivo per favorire l’educazione dei bambini e aiutare le persone in difficoltà. Intanto voglio godermi il momento. Il tempo è prezioso e gli attimi di gioia passano subito. L’ho imparato crescendo. C’è ancora da conquistare un Mondiale costruttori per la Mercedes e io devo pensare a come vincere le ultime due gare. Ma prima tornerò nella mia casa di Los Angeles per riabbracciare i miei cani bulldog“.

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