Olimpiadi 2026 – Malagò ci ‘riprova’ per la candidatura a tre: “faccio un appello a Chiara Appendino”

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Dopo l’intervento del Presidente del Coni si riaprirà lo scenario a tre? Le ultime dichiarazioni di Giovanni Malagò sulle Olimpiadi 2026

Giovanni Malagò è intervenuto in queste ore a ‘Radio Anch’io’ su Radio 1 per parlare della candidatura alle Olimpiadi 2026 dell’Italia. L’ipotesi a tre, in cui sarebbero state coinvolte Torino-Cortina-Milano, è tramontata ieri con l’opposizione della sindaca di Torino, alla quale oggi il Presidente del Coni si sente di fare un appello.

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Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse

Questa non è una sfida o una prova muscolare, approfitto per fare un ultimo appello alla sindaca Chiara Appendino, avevo battezzato io il tridente. Con una candidatura a due è sicuro che l’Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo”: ha affermato il numero uno del Coni adi microfoni del programma Rai. “Siamo ancora in tempo – spiega Giovanni Malagònon credo che Losanna non ci prenda in considerazione, oggettivamente è assolutamente aperta. Io sono un inguaribile ottimista, ci sono non solo i 980 milioni per le Olimpiadi. Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità. Non voglio fare polemica perchè credo non serva a nulla. Riguardo al Coni le cose non stanno così, è fin troppo evidente. Da quando si è cominciato a parlare della candidatura abbiamo cominciato a parlare di ticket Milano-Torino, poi si è aggiunta Cortina e poi avendo tre candidature ci siamo rivolti al governo. E il governo ha detto che dovevamo procedere, ma ci doveva essere coesione totale e massima attenzione ai costi”.

L’idea a tre – ha continuato – era stata recepita dal governo e poi sostenuta dal Cio, noi abbiamo fatto quello che ci ha chiesto il governo. A me non piace dire chi ha la colpa  il governo ha fatto degli incontri e ognuno ha esposto le sue istanze, poi il governo ha preso atto e ha mandato una lettere nella giornata di giovedì chiedendo un giudizio sul tridente. Sala aveva posto due condizioni, la governance e che nel nome Milano doveva essere per prima, una richiesta che non mi sembra una richiesta inaccettabile. Infine è arrivata la terza lettera della Appendino che rimaneva alla delibera del consiglio comunale che non faceva riferimento al tridente volendo far partecipare Torino da sola. E’ stato evidente che a fare saltare tutto è stata Torino. Poi Giorgetti è andato in audizione Parlamento dicendo che non c’era condivisione. Peccato eravamo a un centimetro da una cosa vincente e potevamo dimostrare di essere un Paese che supera gli steccati e che si vuole bene”.

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