Roma, il ds Monchi ed i programmi del club: “vendere non è un male, le decisioni le prendo io”

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Il ds della Roma Monchi ha parlato della sua gestione del club giallorosso sotto il profilo del calciomercato

Il ds della Roma Monchi, ha rilasciato una lunga intervista a Sports Illustrated, all’interno della quale ha parlato del suo ruolo in giallorosso. Il ds ha svelato il proprio apporto alla causa in casa Roma: “Ho pensato che la Roma fosse il club che, tra i tanti che mi hanno cercato, mi offrisse la possibilità di essere me stesso, di essere Monchi. E’ stato importante mantenere indipendenza e responsabilità, la possibilità di continuare il mio lavoro. La Roma mi ha dato l’occasione di non cambiare identità professionale e dopo 16 mesi posso dire che è stata la scelta giusta. La gerarchia è simile a quella che c’è in ogni altro club. C’è un presidente, un direttore generale, un amministratore delegato etc. Il mio capo è Pallotta, ma fortunatamente io posso lavorare in autonomia, ovviamente tenendolo aggiornato su ogni novità. La nostra relazione è ottima, così come quella con Baldissoni e con Gandini. Assumere e esonerare gli allenatori è una mia competenza perché dalle decisioni dell’allenatore dipende il progetto sportivo”.

Monchi è poi passato all’analisi degli obiettivi giallorossi: “Il mio più grande obiettivo è costruire un modello economico che sia sostenibile e stabile, mentre a livello sportivo è portare la Roma più vicino possibile al massimo livello. Sono questi i miei due obiettivi. Lavoriamo prima di tutto per trovare una sostenibilità economica, il che ci permette di decidere chi vendere e quando vendere oppure no. Siamo sulla buona strada, ma non significa che non venderemo nel futuro perché vendere non è un male, ma è una cosa normale se poi investi in strutture, allenatori e giocatori che fanno crescere il club. Si è sempre venduto nella storia del calcio. Il Barcellona ha venduto Neymar, il Real Madrid ha venduto Ronaldo, la Juventus ha venduto Pogba o Higuain. Le società devono essere capaci di reinvestire i soldi“.

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