I 70 anni di Pernat – Dalla delusione Iannone all’amore per Rossi, Carlo sincero: “Marquez sarebbe potuto diventare il nuovo Valentino”

SportFair

Per i suoi 70 anni Carlo Pernat confessa le sue preferenze all’interno dei box, dal sentimento di delusione nutrito nei confronti di Iannone all’amore per Capirossi e Valentino Rossi

Carlo Pernat compie 70 anni e festeggia la sua vita ‘spericolata’ con le persone che gli vogliono bene. Il manager di MotoGp racconta a Gazzetta dello Sport aneddoti particolari di questi suoi 70 anni di vita, provando ad essere sincero sui suoi piloti del cuore. “Penso di avere vissuto 3 vite. Felicissime. – ha affermato PernatDa ragazzo avrei pagato perché la mia passione diventasse un lavoro. Mi sono sposato e ho avuto una figlia che mi ha fatto diventare nonno, sono tornato single, mi sono risposato a Las Vegas e tornato single. Ho vissuto alla bohémienne, alla George Best, senza farmi mancare nulla: bere, fumare, donne. Sono egoista, lo ammetto, per vivere così devi necessariamente esserlo. Però rifarei tutto. Alla faccia dei bookmakers sono arrivato a 70 anni. A livello mentale e decisionale mi sento giovanissimo, è questo mondo che ti mantiene giovane. Quando non ci sarò più mi sezioneranno e diranno che ero un alieno. Simpatico, però”. 

Per me è sempre come se fosse il primo giorno. – ha continuato CarlettoLe gare, una buona moto, un bel pilota, un team che funziona: gli ingredienti non sono cambiati. E io sono passato indenne attraverso tutto. Non mi sono mai tremate le gambe, sin da quel giorno del 1979 in cui l’ingegner Giovanni Sguazzini, allora a.d. Piaggio, mi chiamò nel suo ufficio e mi offrì di occuparmi della Gilera nel Mondiale cross. Non ci pensai un attimo: avevo una curiosità della Madonna, volevo girare il mondo, essere libero… Mi occupai della Bianchi al Giro d’Italia, seguii la Juve in Coppa Campioni, in F.1 la Piaggio nel 1980 regalava una Vespa all’autore della pole position ed eravamo sponsor Ferrari. Era facile, per me, estroverso, muovermi in quel mondo. Poi nel 1984 i fratelli Castiglioni mi vollero in Cagiva per gestire le attività sportive, cross, Dakar, velocità. Uno dei motivi per cui accettai fu Jan Witteveen, che mi aveva preceduto dalla Gilera. E quando passò in Aprilia, lo seguii. Per 20 anni siamo stati una grande coppia”.

Sul pilota che negli anni è rimasto di più nel suo cuore, Pernat non ha dubbi: “Capirossi. –  ammette – Loris è uno per bene, umano, che sa cos’è la riconoscenza e non porta rancore. Avrebbe potuto incazzarsi con Gibernau che nel 2006 gli ha fatto perdere il Mondiale, odiare Harada per quel finale di Mondiale 250 1998 che portò al licenziamento dall’Aprilia, invece ora i due sono fantastici, amici e i figli vanno a scuola assieme. Tutti amano Loris. Un altro speciale era Marco. Il Sic aveva questa capacità di essere un grande assolutamente normale. E non dimentico Valentino, la grande scommessa vincendo le perplessità di Ivano Beggio, presidente Aprilia. (Valentino Rossi, ndr) Ha fatto appassionare le nonne, i bambini, gente che non sapeva cosa fosse una moto. Dobbiamo tutto a lui, chi non lo riconosce non capisce niente. E ha fatto male Marquez, che poteva prendere il suo posto nel cuore dei tifosi, a fare quel che ha fatto in Malesia 2015. Non gli verrà mai perdonato. Questo senza togliere nulla alla sua grandezza come pilota”.

Pernat fa il nome anche del pilota che l’ha maggiormente sorpreso ultimamente. “Petrucci.- afferma – Danilo non ha un background come Valentino, Dovizioso, Marquez, Capirossi o Iannone, si è costruito da solo. E per me, uno che fa tanti sacrifici e arriva a questo livello vale quasi quanto il pilota di talento. La Ducati ha fatto bene a dargli una chance”. Anche sul pilota che l’ha deluso Carlo non ha dubbi: “quella personale è Iannone. Ci ha messo molto del suo, io ho fatto il possibile per aiutarlo. Ha pagato le scelte fatte, col talento che ha è una bestemmia che non sia sempre tra i top 5. Non restare alla Ducati ha avuto un peso importante. E, in parte, il suo fallimento è anche il mio».

Infine sulla Ducati, Pernat svela: “Gigi Dall’Igna è un prodotto Aprilia, con Witteveen ha imparato un metodo più tedesco che italiano che ha esportato in Ducati. Oggi è la moto di riferimento in MotoGP, la Honda è davanti grazie a Marquez, la Yamaha soffre ancora la perdita di Furusawa ed è diventata la terza moto. Lo avessimo detto 5 anni fa, ci avrebbero dato dei pazzi”.

Condividi