Sampdoria, Massimo Ferrero ha parlato della sua squadra in vista della prossima annata ricca di ambizioni importanti
Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha parlato della società doriana toccando diversi punti. Intervistato dalla Gazzetta dello sport, il patron ha analizzato la questione stadio, il rapporto con Giampaolo e l’incontro con Sabatini. Partendo dalla questione stadio Ferrero svela: “Preziosi ha detto: ‘Se costa così tanto, se lo tengano’. Io dico: nel lavoro oggi non c’è più amore ma solo paura, per questo hanno fatto perizie così alte. Ora le istituzioni ci stanno dando una mano e si farà di tutto per far felici Samp, Genoa e i loro tifosi. Io questo stadio lo voglio, e quando me ne andrò lo metterò su quattro ruote e me lo porterò via”. In chiave mercato, conferme sulla permanenza di Praet: “Praet è come un gabbiano che sfiora il prato invece che il mare: vorrei tenerlo per godermi questa meravigliosa mezzala inventata da Giampaolo e per fare felice il mio allenatore”.
“L’Europa? Un regalo che una squadra come la Samp può fare a se stessa e ai suoi tifosi. Un sogno è la Champions: il mar dei Caraibi. L’Europa League è un’ambizione: il Mediterraneo”. Ferrero ha inoltre svelato il proprio incontro con Sabatini: “Mi incuriosì appena entrai in questo mondo. Volevo Romagnoli: per parlarne mi diede appuntamento al Cinema Adriano, alle 6 di un sabato pomeriggio. Questo principe del calcio, senza avvisarmi, arrivò alle 10 di sera. Alle 10. Non so lo: mi liquidò in dieci minuti. Però poi Romagnoli me l’ha dato e mi restò il fascino per que stagrandissima testa di cavolo, che mi fa incazzare perché fuma cento sigarette al giorno e ha se stesso come peggior nemico. Ma forse il segreto è che un po’ mi identifico in lui: una testa matta, un cavallo di razza a cui ogni tanto bisogna tirare le redini. Lui va dove lo porta il cuore, e se il cuore sanguina so’ cavoli”. Infine su Giampaolo: “Lo adoro, ma uno dei motivi per cui ho scelto Sabatini che al contrario di me mastica calcio è che può togliergli quel freno a mano che tiene troppo tirato. E convincerlo che se si sentirà un po’ meno integralista, artigiano del calcio, e un po’ più industriale, potrà diventare meglio della Fiat. Quel giorno lo rimpiangeremo, lo chiamerà il mondo”.