Mercedes, l’arte di vincere si impara anche dal saper perdere…

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Frasi velenose, comportamenti ambigui e accuse davvero imbarazzanti: caduta di stile per la Mercedes dopo la sconfitta di Silverstone

Quando si è troppo abituati a vincere, saper perdere diventa complicato. Ne sa qualcosa la Mercedes, colpita nell’orgoglio e sconfitta su una pista di cui conosce ogni minimo particolare.

La Ferrari però ha trovato le armi giuste per detronizzarla, obbligandola a rincorrere e a difendersi, trasformandola da preda a… cacciatore. Il contatto tra Raikkonen ed Hamilton al via ha condizionato certamente la gara del campione del mondo, riuscito comunque a risalire fino alla seconda posizione minimizzando i danni. La manovra del finlandese, però, non è piaciuta affatto al tram di Brackley, scagliatosi con veemenza nel post gara contro la Ferrari, accusata addirittura di essere incompetente o… calcolatrice. Prima Vettel a Le Castellet e poi Raikkonen a Silvertone hanno sì colpito le due Mercedes, ma Allison o Wolff hanno mai sentito parlare di incidenti di gara? Fino a prova contraria, anche lo stesso Vettel ha riportato danni sulla propria monoposto in Francia, chiudendo quarto a distanza siderale da Hamilton.

Arrivabene
Photo4 / LaPresse

La stessa cosa è accaduta a Raikkonen ieri, addirittura subendo una penalità raddoppiata rispetto a quella inflitta al compagno di squadra. Cosa c’è da calcolare in questa situazione? C’è solo da incassare il colpo e proseguire nel lavoro, ma forse per la Mercedes appare più producente denigrare il lavoro altrui per sentirsi a posto con se stessa. A lanciare l’accusa più pesante ci ha pensato James Allison, uno che l’ambiente Ferrari lo conosce come le proprie tasche. Arrivabene non se lo è fatto ripetere due volte, rispondendo per le rime in diretta tv davanti a milioni di telespettatori: “ha parlato uno che due lire via da Maranello se l’è portate via eccome“. Se c’era una lezione di stile da imparare, la Mercedes pare non si sia presentata proprio all’appello. Vincere aiuta a vincere, ma anche perdere a volte può risultare positivo. Wolff e i suoi collaboratori dovrebbero saperlo, l’arte del successo si impara anche dal riconoscere la superiorità dell’avversario…

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