Nazionale, boom Ventura: “non sarei mai andato ai Mondiali anche in caso di qualificazione con la Svezia”

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Ospite a ‘Che tempo che fa’ di Fabio Fazio, l’ex ct della Nazionale Ventura ha parlato per la prima volta dopo la mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia

Tutte le colpe scaricate su di lui, capro espiatorio di una vergogna planetaria che rimarrà indelebile nella storia della Nazionale italiana. Gian Piero Ventura ha parlato per la prima volta dopo la sconfitta contro la Svezia, qualificatasi ai Mondiali di Russia 2018 a scapito degli azzurri, costretti a guardare in tv la rassegna che scatterà il prossimo 14 giugno. Si è presentato da Fazio l’ex ct, a ‘Che tempo che fa’, esprimendo le proprie durissime sensazioni a distanza di quasi sette mesi dal match di San Siro.

Ventura
LaPresse/Spada

Lungi da me scaricare responsabilità ad altri, mi prendo le mie. Ma è corretto spiegare come sono andati i fatti, altrimenti si ha una visione sbagliata. Nel calcio, negli sport di squadra, non c’è mai una sola persona che vince o che perde. Quando siamo partiti lo scenario era chiaro, c’era una sola squadra pronta a qualificarsi, non eravamo testa di serie. Arriviamo alla partita con la Spagna da imbattuti, primi in classifica. O li batti o vai agli spareggi, perdiamo perché sono più forti, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Volevamo provare a vincerla, ma ciò che succede dopo è difficile da capire. Un minuto dopo il fischio finale c’è stata una violenza inaudita verso di me, tutti volevano le mie dimissioni. Ci fu una delegittimazione esterna assolutamente devastante verso di me. Ho pensato di dimettermi, e in quel caso lì ho fatto un errore, pensavo che bastasse avere la squadra. In quel momento eravamo imbattuti, è stato uno dei miei tanti errori commessi in questi mesi“.

LaPresse/Reuters

Ventura poi la spara grossa: “dopo la partita con la Macedonia mi sono dimesso, dissi che non avrei potuto continuare così. Era giusto prendere un’altra persona, c’erano giocatori appena arrivati. Devastante, ecco com’era il clima. Ma le dimissioni non sono state accettate. Avevo ufficializzato al mio staff che non sarei mai andato ai Mondiali, anche in caso di qualificazione con la Svezia. Per me era impossibile lavorare, chiunque fosse arrivato avrebbe avuto la possibilità di fare un lavoro migliore. Niente dimissioni dopo la Svezia? Non volevo ammettere di essere l’unico responsabile, in sala stampa mi sono presentato da solo. Non volevo fare il capro espiatorio. Per questo motivo non mi sono dimesso“.

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