George Weah nell’occhio del ciclone, Onu e Bbc durissime: “in Liberia la libertà di stampa è a rischio”

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Situazione caotica intorno al neo presidente della Liberia Weah, l’Onu e la Bbc infatti hanno accusato l’ex Pallone d’Oro di voler limitare la libertà di stampa nel proprio Paese

LaPresse/AFP

Dai sorrisi alle critiche, tutto in cento giorni. I primi tre mesi di presidenza di George Weah nella sua Liberia non sono stati semplici, un periodo caratterizzato da alti e bassi a cui, adesso, va ad aggiungersi anche l’accusa di voler limitare la libertà di stampa. Un’accusa levatasi negli ultimi giorni dopo due particolari avvenimenti, che riguardano il corrispondente della BBC a Monrovia, Jonathan Paye-Layle e un tale giornalista locale Tyron Browne. Il primo ha lasciato il Paese per paura di subire violenza, il secondo è stato ucciso in circostanze sospette. Come se non bastasse, il portale Front Page Africa si è visto recapitare una denuncia per diffamazione corredata da una richiesta di risarcimento di ben 1.8 milioni di dollari, ma il governo ha prontamente negato di esserne il mittente. Weah ha voluto metterci la faccia, intervenendo sulla questione nel corso di un incontro riparatorio con la stampa avvenuto la scorsa settimana:

“Vi prometto il 200% di libertà d’espressione e di stampa sotto il mio governo, non è plausibile che io usi la mia posizione per andare a caccia di coloro che esprimono le proprie opinioni per criticarmi. Certo è che mentre i giornalisti sono liberi di scrivere e criticare qualsiasi cosa è altresì necessario da parte dei media menzionare gli obiettivi raggiunti dal governo”.

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