Lazio, Igli Tare mai banale: il ds punge la Roma e “difende” i suoi acquisti albanesi

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Igli Tare, ds della Lazio, ha svelato retroscena ed aneddoti legati al suo ruolo all’interno del club del patron Lotito

Igli Tare è uno degli artefici della buonissima stagione che la Lazio sta disputando con Simone Inzaghi al timone. Al di là del rammarico europeo infatti, la squadra del presidente Lotito sta lottando per l’approdo alla prossima Champions League, obiettivo senz’altro di spessore. Il ds Tare, parlando alla tv albanese Digitalb, ha svelato alcuni dei suoi segreti nella gestione del gruppo laziale, ma ha anche punzecchiato la Roma, rivale storica della Lazio:

“Il risultato più grande che posso raggiungere per la Lazio è la Champions League, mentre l’unica cosa che non posso accettare è che i miei figli giochino con la Roma. Essendo più laziali di me è impossibile che ciò accada. A Formello di solito sto nel mio ufficio, perché l’intimità dello spogliatoio è sacra per i giocatori. Mi capita nei corridoi e nella stanza dei massaggi di raccogliere degli impulsi, capire l’umore dei giocatori e intuire chi ha bisogno di un colloquio con me. Da uno sguardo riesco a percepire molto. Ho raggiunto la maturità nel passaggio da calciatore a dirigente. Ero un attaccante molto impulsivo, mi sono trasformato in un direttore molto riflessivo. Ho tanto ottimismo nei momenti negativi: quando sono tutti rassegnati, mantengo la calma e credo che si possano ancora cambiare le cose. Questo aspetto spesso è stato decisivo. I calciatori mi dicono che ho tanta personalità, e il pensiero che tutto si possa raggiungere è la chiave del mio successo”.

Sulla sua propensione ad acquistare calciatori albanesi, Tare ha voluto puntualizzare alcuni motivi legati alle proprie decisioni in chiave calciomercato:

tare lazio
LaPresse/Marco Rosi

“Molte volte sono stato criticato per il fatto di aver acquistato giocatori albanesi per la Lazio. Ho portato Strakosha, Cana, Berisha e alcuni ragazzi che sono nel settore giovanile. Ho concesso questa opportunità semplicemente perché non ho mai fatto differenza tra un calciatore albanese o per esempio un brasiliano. Sono sempre stato cauto nell’acquisto di un giocatore di origine albanese, perché ho sempre saputo quanto sia difficile affermarsi nel mondo del calcio ad alti livelli e nei grandi club. Credo però che loro abbiano dato conferma, non soltanto di onorare la maglia della Lazio, ma di esprimere l’immagine più bella del carattere albanese”.

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