Giovani di belle speranze e nuovo stadio: i progetti dell’Empoli dopo il ritorno in Serie A

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L’Empoli nell’ultima giornata del campionato cadetto, ha potuto festeggiare la promozione in Serie A al termine di una splendida cavalcata

“Investire sui giovani e nuovo stadio entro il 2020”. Dopo la festa per la promozione in serie A il presidente dell’Empoli, Fabrizio Corsi, fissa i primi paletti del progetto futuro del club. “Sono un po’ frastornato per le le emozioni e i festeggiamenti. Non siamo preparati, a Empoli siamo più sobri”, premette Corsi ai microfoni di Radio Anch’Io Lo Sport su Radio 1. “Il segreto dell’Empoli è proprio l’ambiente, nella sconfitta e nella vittoria non ci sono eccessi. Anche ieri è stata una giornata normale, qui non ci sono le pressioni negative di certe piazze. In città ci sono più bandiere rosse per il primo maggio che non bandiere dell’Empoli”, fa notare Corsi, prima di aprire la finestra sulla prossima stagione. “Il campionato di serie A io lo vedo migliorato, ci vorrebbero un po’ più di italiani ma noi dirigenti…”, evidenzia il patron del club toscano, che parlando delle strategie societarie spiega: “Credo che confermeremo gran parte di questo gruppo, con tre o quattro innesti. L’idea sarebbe di investire su dei giovani dal ’98 al 2000, che magari non sono pronti ma possono rappresentare il futuro di questa squadra”. “Ripartiremo da Andreazzoli? Mi auguro e credo di sì”, risponde Corsi parlando dell’allenatore artefice della promozione. “Abbiamo anche un contratto in caso di promozione, non credo ci siano problemi. Poi a volte succedono delle cose imprevedibili, ma per noi sarebbe un dispiacere e un problema”.

Per quanto riguarda il progetto del nuovo stadio, Corsi spiega che “siamo alla fine, presentiamo tutto entro maggio ed entro 6 mesi si comincia con una procedura ‘a pezzi’: prima facciamo la curva degli ospiti, poi la nostra. Speriamo di arrivare alla fine nel 2020, ma penso di poter dire che sarà un gioiellino”. Il numero uno del club toscano si sofferma anche sulla situazione ‘politica’ del calcio italiano: “Dal mio punto di vista il commissario è quello che ci meritiamo, se noi dirigenti non riusciamo a metterci d’accordo perché ognuno difende il proprio orticello serve una persona super partes in grado di mettere a fuoco e risolvere le varie problematiche a tutti i livelli, a partire dai diritti tv”.(Spr/AdnKronos)

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