“Gesto estremo, ma non fermatevi all’apparenza”, Lucescu Jr. difende Savvidis: “ecco perchè lo ha fatto”

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L’allenatore del Paok, Lucescu Jr, ha difeso il presidente Savvidis sottolineando i motivi del gesto compiuto durante la partita tra Paok e Aek

savvidis
AFP/LaPresse

Una partita che sarebbe potuto finire in tragedia, un’invasione di campo tra le più strane, curiose e pericolose del mondo. Il tutto è avvenuto durante la gara tra Paok Salonicco e Aek Atene, in lotta per il titolo nazionale e divise da soli due punti in classifica. Dopo il gol annullato al Paok allo scadere, il presidente Savvidis è entrato in campo portando con sè una pistola e minacciando di morte l’arbitro. Una situazione irreale che ha spinto il ministro greco oggi a sospendere il campionato, trovando però la netta contrapposizione dell’allenatore del Paok, Razvan Lucescu, figlio dell’ex Inter e Shakhtar Mircea.

“È un gesto estremo, il presidente ha investito tanti soldi nel calcio greco. Dovremmo essere primi in classifica e invece ci remano tutti contro, non è una bella situazione. Non analizzo il gesto, ma sono al cento per cento con il mio presidente. Ieri abbiamo fatto gol, così abbiamo festeggiato. E quando abbiamo festeggiato si è scatenata una confusione incredibile attorno all’arbitro, sembrava ci volessero annullare il gol. Ed è intervenuto il presidente. Ma quel gesto è un’azione disperata per attirare l’attenzione. Tutto parte da due settimane fa quando contro di noi l’Olympiacos ha fatto una sceneggiata incredibile perché i nostri tifosi hanno fatto festa con i rotoli di carta che scendevano in campo. Un’atmosfera stupenda… ma la carta ha toccato l’allenatore avversario e apriti cielo: ha fatto la scena come se lo avessero ammazzato, ci hanno dato la sconfitta a tavolino e inizialmente anche tre punti di penalizzazione. No, così non si fa. Ieri abbiamo fatto un gol correttissimo, l’arbitro lo ha convalidato e tutti gli sono saltati addosso. No, così non si fa. L’arbitro ha deciso che abbiamo vinto 1-0 e l’Aek non voleva entrare in campo per ragioni di sicurezza. Così la reazione del presidente. Chiedetevi il perché del gesto, non fermatevi all’apparenza”.

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