Il Mondiale incombe, in Svezia però è… guerra fredda: clima tesissimo tra il ct Andersson e Ibrahimovic

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Clima tesissimo in casa Svezia dopo le ultime dichiarazioni di Ibrahimovic circa un suo ritorno in Nazionale, il ct Andersson esprime il suo punto di vista sulle parole di Zlatan

Andersson, CT Svezia
LaPresse/Reuters

La nazionale svedese? Mi chiamano ogni giorno per sapere come sto, come vanno le cose, cosa sto pensando“. Firmato Zlatan Ibrahimovic, un tipo che di dichiarazioni pepate se ne intende eccome. Semplice frase di circostanza? Errore, perché Ibra pesa ogni parola, lanciando tra le righe segnali che minano la stabilità di una squadra riuscita a qualificarsi per il Mondiale in Russia estromettendo l’Italia. Il messaggio dell’attaccante appena passato ai Galaxy ha come destinatario il ct Jan Andersson che, per svincolarsi dalle domande dei giornalisti sulla questione Zlatan, ha messo le cose in chiaro: “Ibrahimovic ha preso la decisione nel 2016 di lasciare la nazionale. Rispettando questo, non sarò certo io a chiamarlo. Se ci ha ripensato, mi chiama. Io non telefono a lui“. A questo punto una domanda sorge spontanea, chi ha telefonato all’ex attaccante del Milan se non lo ha fatto il ct? A rivelarlo è lo stesso Andersson, scaricando le responsabilità sull’amministratore delegato della federazione svedese, Hakan Sjöstrand: “Lo fa da tifoso dello United“.

Janerik Henriksson/TT Lapresse / TT NEWS AGENCY

Un modo carino per screditare il lavoro dell’ad, intervenuto immediatamente per ripulire la propria immagine davanti ai giornalisti: “parlo con Zlatan perché sarà sempre un personaggio importante per il nostro calcio ed è importante anche per il futuro avere un buon rapporto con lui“. Una vera e propria guerra di potere che vede al momento come unico perdente proprio Sjöstrand che, insieme al team manager Richt, sognano di rivedere Ibrahimovic con la maglia della Svezia ai prossimi Mondiali. Andersson però non è dello stesso parere perché, dopo aver costruito una una squadra solida e basata sul gruppo, sa bene che aprendo di nuovo le porte ad Ibrahimovic rischierebbe di minare l’armonia tra i giocatori, visto il peso specifico di un personaggio come Ibrahimovic. “Qui comando io. Non ci sono dubbi su chi sceglie i giocatori. Io – le parole del ct svedese – io penso solo a concentrarmi sul lavoro e alle cose concrete, a fare bene in Russia come abbiamo fatto con l’Italia. Non a discutere di giocatori che non ci sono“. Una guerra appena cominciata che rischia di far saltare il banco, i Mondiali incombono e la situazione all’interno dell’ambiente Svezia è tutt’altro che tranquilla.

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