Milan, quando corsa e grinta non bastano: l’Europa e l’Arsenal mettono a nudo i limiti e le lacune del credo di Gattuso

SportFair

Il Milan subisce una sonora sconfitta contro l’Arsenal al Meazza: lo 0-2 subito dai Gunners mette a nudo le difficoltà caratteriali e tattiche di una squadra disegnata sul credo di Gattuso

LaPresse/Spada

Il Milan torna a respirare l’aria d’Europa, quelle sensazioni che solo le grandi sfide riescono a risvegliare. Un sapore che dalle parti di San Siro mancava da diverso tempo. Stadio gremito, 70.000 persone a sostenere i rossoneri apparsi meno in palla del solito. Difficoltà non di certo di natura fisica, il Milan non ha giocato nell’ultimo turno di Serie A, ma caratteriali. Cutrone e compagni, alla prima vera prova di livello in Europa sono apparsi ancora inadatti per un livello a cui i Gunners, nonostante il momento no in Premier, sono abituati a giocare stagione dopo stagione. L’Arsenal è arrivata alla sfida con il Milan dopo 3 sconfitte in campionato (4 nelle ultime 5), nelle quali ha subito 6 gol segnandone appena uno. Qualche problema anche nell’undici titolare: ad iniziare dalle assenze di Aubameyang (inutilizzabile da regolamento) e di Lacazette infortunato così come Bellerin e Monreal e una panchina composta praticamente da ragazzini. Una squadra non di certo irresistibile, particolarmente sul piano difensivo, ma con un allenatore esperto in grado di guidare un gruppo composto da giocatori abiuati a giocare insieme e soprattutto con una confidenza con l’Europa già ben consolidata. I londinesi hanno dato l’impressione di poter essere sempre pericolosi ogni qual volta hanno avuto la possibilità di giocare palla a terra. È bastato un Ozil al piccolo trotto, ma immarcabile, per mandare in crisi la difesa del Milan e in gol Mkhitaryan e Ramsey. Passivo pesante lo 0-2 subito a San Siro che costringerà i rossoneri a dover fare l’impresa all’Emirates Stadium di Londra, coscienti di dover recuperare i due gol in trasferta.

LaPresse/Spada

Il Milan ha pagato il suo essere disegnato ad immagine e somiglianza di Gattuso. Grinta, coraggio e tanto cuore sono le virtù che hanno permesso la risalita in Serie A, ma se non sono accompagnate da una crescita tattica importante, specialmente in un palcoscenico importante come quello europeo, risultano vane. L’impegno serve per far bella figura, ma per vincere le partite importanti serve avere una solidità che al Milan oggi manca. Lo hanno dimostrato i suoi big: prova incolore dei giocatori di talento Suso, Bonaventura e Calhanoglu, così come quella dei giovani più in forma come Calabria e Cutrone. Ai rossoneri manca ancora la confidenza con certi appuntamenti, la dimensione europea, caratteristiche verso le quali la giovane età della rosa rappresenta una discreta scusante che però non copre i limiti tattici. Il ‘nuovo Milan’ ha messo insieme i suoi risultati giocando con la grinta e la fiducia trasmesse da Gattuso, abile a dare una scossa dal torpore atavico firmato Montella, ma quando l’avversario si è dimostrato di un livello superiore, le lacune tattiche e l’inesperienza di ‘Ringhio’ hanno fatto la differenza. È bastato far staccare la spina ai ragazzi per una partita, il derby saltato contro l’Inter per la morte di Astori, altro evento che probabilmente ha un po’ distratto l’ambiente, per ritrovarsi una squadra molle e in difficoltà, disattenta in diverse giocate decisive. A grandi livelli l’imprecisione e l’inadeguatezza si pagano: il Milan e Gattuso questa sera hanno imparato una grande lezione per il loro futuro reciproco.

Condividi