F1, a tutto Piero Ferrari: “Marchionne mette meno pressione di papà Enzo. Hamilton? Viene spesso in fabbrica per…”

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Piero Ferrari ha espresso il proprio punto di vista sul prossimo Mondiale di Formula 1, soffermandosi anche sull’argomento Marchionne e su Hamilton

Vettel
AFP/LaPresse

Una cognome che parla da solo, una passione per le auto e un debole per la pista. Piero Ferrari è cresciuto tra i bolidi rossi, all’ombra di un padre che ha regalato all’Italia un’azienda invidiata in tutto il mondo. Non solo macchine da corsa, ma anche gioiellini stradali, ambiti per bellezza, design e potenza. Il manager italiano si divide tra produzione e Formula 1, dando il proprio parere su quanto succede nel Reparto Corse e poi in pista, dove la Ferrari quest’anno vuole tornare a primeggiare. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Piero Ferrari ha espresso il proprio punto di vista sul livello della SF71-H, indicando però come favorito Lewis Hamilton:

“Come uomo d’azienda mi attendo una Ferrari vincente. I tecnici dicono che la macchina è buona, che abbiamo fatto dei passi avanti. E quindi aspetto i risultati, ma la Mercedes non è stata ferma ad aspettarci. Il ruolo del pilota è limitato? Sì, ma alla fine il giudizio finale spetta sempre al pilota, alla sua analisi di telemetria, dati, simulazioni. Vettel in questo senso è uno sensibile. Come lo era Alonso che viveva però le cose in modo più emotivo. Schumacher era molto preciso. Si portava a casa i dati della telemetria e li voleva leggere e analizzare con calma. Vettel nervoso? Parlerei di emotività, se vogliamo stare nell’area dei piloti tedeschi, era molto emotivo anche Schumacher: pensi in quante occasioni si è fatto prendere dall’emotività. Quando sei sotto pressione c’è la paura di perdere, ma anche quella di vincere. La prospettiva della vittoria cambia le cose, le debolezze vanno comprese. Raikkonen? Con una macchina buona lui va facilmente al limite ed è un piacere osservarlo. Ma quando non sente la macchina gli risulta difficile padroneggiarne i problemi. E’ comunque difficile entrare nella testa di un pilota e analizzare quello che sente”.

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Non solo i piloti di casa propria, Enzo Ferrari si sofferma anche su Lewis Hamilton, un intenditore delle macchine di Maranello al punto di averne più di tre in garage:

“Ha comprato da noi diverse Ferrari in serie limitata. Non ricordo il numero, ma di sicuro ne ha più di tre. Viene in fabbrica, acquista le auto e se ne va. Io non l’ho mai incontrato. Ha acquistato anche LaFerrari, è uno che se ne intende. Lui più di degli altri ha l’istinto. Per vincere è necessario avere la macchina e il team. Il campione aggiunge le sue qualità. Hamilton ne ha tante, lo si vede. Visto dal fuori è originale e stravagante. Poi magari non è così. Schumacher sembrava molto inquadrato, chiuso. Invece non lo era. A cena, in privato, era simpatico”.

Infine Piero Ferrari si lancia in un paragone tra Sergio Marchionne e papà Enzo, sottolineando le differenze tra di loro:

“Papà metteva molta più pressione di Marchionne. Una pressione costante, giornaliera, era sempre lì. Sergio, invece, ogni tanto è in viaggio. Cosa mi attendo dalla gara di domenica? Non sempre la prima corsa è indicativa, però è meglio vincerla. L’apertura di un Mondiale è come quella delle scuole: capiremo subito chi ha studiato di più, e meglio, nelle vacanze”.

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