Chris Froome, se l’antipatia sfocia nell’incompetenza

SportFair

Le cattive prestazioni di Chris Froome in questo inizio di stagione non devono essere male interpretate, sono giuste le critiche sul piano personale ma non su quello tecnico

Gian Mattia D’Alberto/LaPresse

Tredici minuti di distacco da Michal Kwiatkowski, una gamba appesantita e una pedalata lontana da quella dei giorni migliori. La Tirreno-Adriatico ci ha presentato un Chris Froome lontano parente del dominatore solitario capace di vincere Tour de France in serie, un robot arrugginito incapace di tenere il passo dei suoi avversari, accumulando minuti di ritardo laddove avrebbe dovuto invece rifilarli ai propri avversari. Critiche a cascata, dita puntate contro e analisi fin troppo severe per un atleta fuori dal comune come il Keniano bianco.

Ma siamo davvero sicuri che sia così strano? A scrutar bene la carriera del ciclista del Team Sky, raramente i primi mesi della stagione gli hanno regalato successi e vittorie, anzi. Pedalate solitarie e allenamenti… ‘agonistici’ hanno spesso caratterizzato l’avvicinamento alle grandi corse a tappe, dove Froome ha sempre dimostrato di dare la paga ai suoi avversari. Perché allora scandalizzarsi proprio quest’anno per le cattive prestazioni del britannico? Il fatto di partecipare a corse importanti, che per la prima volta in carriera lo stanno ponendo sotto i riflettori fin dall’inizio della stagione, potrebbe aver favorito tutto questo accanimento mediatico da parte degli osservatori più distratti, ma gli obiettivi dell’atleta del Team Sky sono già catalogati all’interno di un proprio database, dove brillare in queste gare non è minimamente contemplato.

Gian Mattia D’Alberto/LaPresse

La critica ci sta certo, soprattutto dopo il comportamento tenuto non solo da Froome ma anche dalla WADA, incapace di prendere una decisione sullo scandalo doping che lo ha coinvolto durante la Vuelta dello scorso anno. L’attacco però non può andare oltre determinati confini, l’aspetto tecnico infatti è l’unico al momento da escludere da certe considerazioni visto che, un ciclista che punta alla doppietta Giro-Tour a venti anni di distanza dall’impresa di Marco Pantani, è normale che approfitti degli appuntamenti di inizio stagione per allenarsi nel modo migliore. Non c’è dubbio sul fatto che Froome sia lontanissimo dalla sua forma ideale, la prestazione fornita alla Tirreno-Adriatico sta lì a confermarlo, ma chiedergli di esaltarsi a poco meno di due mesi di distanza dal Giro d’Italia è davvero da incompetenti di questo sport.

Condividi