Eric Abidal e la battaglia contro il cancro, retroscena shock: “ero un cadavere, Messi si sentì male per me”

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Eric Abidal ha svelato un particolare retroscena sulla sua battaglia contro il cancro, riguardante Messi e i compagni del Barcellona

LaPresse/Jonathan Moscrop

La battaglia vinta contro il cancro, poi il ritorno di quel male incurabile e un’altra vittoria. Andata e ritorno, come in Champions League, lui che nel 2011 ha alzato al cielo la ‘Coppa dalle grandi orecchie’ da capitano dopo un’operazione al fegato servita per sconfiggere il tumore per la seconda volta. Anni difficili quelli, tanto per Abidal quanto per i compagni del Barcellona. Il difensore ha ammesso di essere stato un ‘cadavere che camminava’, senza accorgersene, al punto di mettere i compagni in apprensione. In una recente intervista, rilasciata ai microfoni di Canal Plus, Abidal ha svelato un retroscena che fece particolarmente male ai compagni blaugrana. Abidal inviò un messaggio ai compagni, prima di un match importante, per incoraggiarli e rassicurarli sul suo stato di salute. Vedendo le sue condizioni però, il morale della squadra crollò a picco, al punto che Messi gli disse di non mandare più alcun messaggio:

“ci sono alcuni compagni che mi hanno visto molto magro. Registrai un video prima di una gara importante, dicendo loro di non preoccuparsi per me, perché era come se fossi lì con loro. Sapete cosa mi rispose Messi? Di non mandarcene più, perché così facendo avrei ottenuto l’effetto contrario. Io pensavo di avere un bell’aspetto e quindi dicevo: “forza ragazzi”. Ma loro mi vedevano come un cadavere e questo li rendeva tristi”.

Dichiarazioni poi parzialmente ritrattate:

“quando ho inviato il video per caricare la squadra, Messi non mi ha mai detto di non farlo piu’ ne’ che non voleva sapere nulla della mia malattia. Mi ha solo detto che non gli piaceva vedermi in quello stato, ma non ha mai avuto parole brutte nei miei confronti”

Lacrime, ma di gioia invece, durante l’incontro con Henry a New York:

“quando lo vidi in fondo al corridoio cominciai a piangere come un bambino. Non volevo che mi vedesse così, ma mi faceva davvero tanto piacere che fosse venuto a trovarmi”.

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