Sci alpino, nuova sfida per Federica Brignone: l’azzurra lancia il progetto ‘Traiettorie Liquide’

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Fra una gara e l’altra Federica Brignone è concentrata anche su un’ulteriore sfida che riguarda il futuro di tutti: con il progetto di responsabilità ambientale “Traiettorie Liquide” cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento marino, sottolineando la sostenibilità ed il valore dell’acqua come risorsa limitata e non infinita, per suscitare una nuova presa di consapevolezza, un invito al cambiamento di mentalità. “Traiettorie Liquide” è il progetto di content generation voluto da Federica che in questa prima fase “traiettoria” accompagnerà per la stagione 2017 e 2018 l’impegno della campionessa sulle piste di tutto il mondo.

Nasce dall’incontro la sintonia e l’alleanza di pensiero con il fotografo Giuseppe La Spada, uno degli artisti visuali più interessanti ed originali nel panorama internazionale che da alcuni anni porta avanti un percorso di ricerca artistica sul tema dell’acqua. “Lo shooting fotografico, realizzato sott’acqua nelle isole Eolie, è stato un’esperienza unica” racconta Federica “Con gli scarponi e gli sci si va a fondo in un attimo. Avevo un team di sub e sommozzatori che mi hanno aiutato a risalire in superficie. È stato magico sciare nel grande blu.”

Con questo progetto, Federica vuole sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento marino: “Sono una persona molto acquatica. Mio padre è ligure e passo molto tempo al mare. Vorrei dare il mio contributo per salvaguardarlo. Tra cinquant’anni rischiamo di avere più plastica che pesci, i dati sono allarmanti.” “I pesci non sanno cosa sia l’acqua, scriveva Osho, ci vivono, nuotano e ci muoiono, appaiono e
scompaiono nell’acqua ma non sanno cosa sia”.

Abbiamo considerato l’acqua sempre come una cosa semplice e una risorsa illimitata, e molto spesso siamo stati fortunati ad averne una disponibilità costante, soprattutto in Occidente. Oggi le cose stanno cambiando anche nei paesi fortunati e la situazione globale è arrivata a un punto davvero preoccupante. Gli scienziati ci avvisano che finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica l’anno. Esattamente come se ogni minuto dell’anno un camion riversasse il suo contenuto in acqua. La stima drammatica è che nel 2050 il mare potrebbe contenere un quantitativo di plastiche superiore a quello dei pesci. Molta di questa plastica risulta invisibile perché è di dimensioni molto piccole, le cosiddette microplastiche, che vengono ingerite dai pesci e finiscono direttamente nei nostri piatti con risvolti diretti sulla nostra salute oltre che sull’ambiente. Quindi a soffocare il mare non solo sono buste e rifiuti ma questi minuscoli pezzettini (meno di 5 millimetri) che ormai si trovano ovunque dall’Antartide al nostro Mediterraneo che ne è pienissimo e il grande problema è che in un mare chiuso, una particella di microplastica potrebbe resistere per migliaia di anni. I dati quindi sono sconcertanti, tra 8 anni ci sarà 1 tonnellata di plastica ogni 3 di pesci, siamo passati dai 15 milioni di tonnellate del 1964 ai 311 milioni del 2014 e il dramma è che la stima sarà raddoppiata tra vent’anni. Oggi il 95% dei packaging in plastica vanno persi dopo il primo rapido utilizzo e 40 anni dopo il lancio del primo simbolo di riciclo solo il 14% dei pack vengono riciclati. Bisogna ripensare l’economia delle plastiche e cambiare totalmente il nostro approccio, convivendo nel modo migliore per la sopravvivenza del pianeta.

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