Garage Italia Custom, Lapo Elkann sceglie la copertina di AD per raccontare la sua ‘dolce vita 4.0’

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Il nuovo progetto di Lapo Elkann su AD, Custome Garage Italia ed il suo design sulla rivista di arredamento americana

«Vetri rotti, graffiti, la sensazione che le pensiline di lì a poco sarebbero crollate: negli ultimi anni, entrando o uscendo da Milano, vedevo questa meraviglia deperire in maniera inarrestabile. Promisi a me stesso che l’avrei salvata». Così nella storia di copertina del mensile AD, punto di riferimento italiano e mondiale per l’interior design e l’architettura, Lapo Elkann racconta il sogno che ha portato alla recente apertura di Garage Italia Customs, la nuova veste della rivoluzionaria e iconica stazione di servizio Agip in piazzale Accursio progettata nel 1952 da Mario Bacciocchi su mandato di Enrico Mattei. «Non è stato facile, sembrava che tutto complottasse per la sua rovina», continua Lapo nell’intervista, contenuta nel numero di dicembre in edicola da giovedì 7. «Poi un giorno leggo che è l’oggetto di un’asta giudiziaria. A quel punto doveva essere a tutti costi mia… Ce l’aggiudicammo e, per festeggiare l’evento, invitai tutti al ristorante di Carlo Cracco». Invito non casuale, perché Garage Italia Customs nelle intenzioni di Lapo non doveva essere solo un’officina di lusso dove regalare alla propria auto, a partire da una «Materioteca» di vernici, pelli, tessuti, un «vestito su misura» (tantissimi i riferimenti all’universo «motion», dalla pista per macchinine appesa a testa in giù al soffitto alle parti di storiche Ferrari usate per l’arredo), ma anche un luogo di relax e «dolce vita 4.0», «e chi meglio di Carlo poteva interpretare la fantasia e la tecnica dell’italianità gastronomica?». È quindi Cracco ad aver firmato, per il ristorante al primo piano, un menù strutturato in Terra, Aria, Acqua (il motto originario della Fiat) che offre, in forma grafica di contagiri, piatti ispirati alle abitudini della famiglia Agnelli, a partire dal Risotto dell’Avvocato. In copertina su AD, assieme a Lapo e a Cracco, c’è Michele Lucchi, progettista del coraggioso intervento di restauro di quello che è «l’unico edificio streamline esistente in Italia». Travi di carbonio per rafforzare la struttura, un certosino recupero di tutte le piastrelle di ceramica del rivestimento originale. E, per proiettarsi nel futuro, climatizzazione geotermica e pareti tinteggiate con una vernice Airlite che «mangia» lo smog.

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